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SULMONA – Levata di scudi di politici e associazioni contro “il rischio di aumento del 13 per cento dei pedaggi autostradali sulle autostrade A24 e A25” che collegano l’Abruzzo con il Lazio. “Se le indiscrezioni su possibili aumenti dei pedaggi autostradali di A24 e A25 venissero confermate saremmo di fronte al secondo sgambetto in pochi giorni commesso ai danni dell’Abruzzo e delle aree interne da parte di questo Governo che ha già, inopinatamente e nonostante sia giunto al capolinea, deciso di localizzare la centrale del metanodotto Snam a Sulmona”. Lo affermano, in una nota congiunta, i sindaci de L’Aquila, Pierluigi Biondi, di Avezzano, Gabriele De Angelis, di Sulmona, Annamaria Casini, e il presidente della Provincia de L’Aquila, Angelo Caruso, che è anche sindaco di Castel di Sangro (L’Aquila). “Ci chiediamo – proseguono – fino a quando i nostri cittadini dovranno continuare a pagare, non solo in termini economici, di far parte di quell’Italia in salita che vede nei tratti autostradali la sola vera opportunità di collegamento con Roma e l’area adriatica, considerata la lentezza e l’inadeguatezza della rete ferroviaria”. “Penalizzare ulteriormente territori già messi a dura prova da calamità e disastri naturali, decisioni calate dall’alto senza alcuna condivisione e tagli ai servizi essenziali – concludono – sarebbe lo smacco finale di un Esecutivo che tra gli ultimi atti della sua vita legislativa pensa bene di mettere le mani nelle tasche degli abitanti delle zone interne e montane dell’Abruzzo”. Sulla questione interviene anche Massimo Carugno della Segreteria Nazionale Psi. “La Strada dei Parchi applica una sentenza del Tar che annulla il blocco degli aumenti imposto dal Ministero Infrastrutture e Trasporti nel 2014. Se per andare da Pescara a Roma si spendevano 17,30 euro dal 1 gennaio ci vorranno circa 20. Siamo a livelli di quasi il doppio di quello che si paga sulla Milano-Bari. Questa regione, che dovrebbe vivere di turismo, è penalizzata proprio sui costi della mobilità. Autostrade a prezzi astronomici e treni che viaggiano a passo di lumaca rischiano di azzerare qualunque forma di interesse turistico per l’Abruzzo. Tutto nell’assordante silenzio del governo regionale”.

Andrea D’Aurelio

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