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SULMONA – E’ stato disposto il trasferimento presso il nosocomio San Salvatore dell’Aquila per la dipendente comunale contagiata dal Covid-19 che, questa mattina, è stata accompagnata in ospedale per sottoporsi alla Tac che ha evidenziato una polmonite bilaterale. Stessa diagnosi anche per il compagno che è risultato negativo però al secondo tampone ed è in attesa del ricovero presso l’ospedale di Chieti. La coppia già da ieri aveva accusato qualche sintomo tanto da richiedere, per il tramite del medico di famiglia, ulteriori esami al nosocomio. Il sospetto purtroppo si è rivelato fondato. L’uomo ha ripetuto il tampone in giornata dopo il primo esito negativo che non aveva convinto i sanitari alla luce della polmonite diagnosticata in giornata. Ma l’esito del secondo test è stato analogo. La giornata per entrambi non è stata facile. Hanno dovuto attendere ore in ambulanza prima di conoscere le disposizioni. Sempre in mattinata è stata ricoverata nel reparto di medicina un’altra donna, che presentava sintomi riconducibili al Covid, risultata negativa al tampone. La signora, prelevata in una casa di riposo, rientrata nell’alveo dei contatti riconducibili al nucleo familiare degli ultimi contagiati. Intanto va avanti il compito non facile della Asl che sta continuando a mappare e tracciare i soggetti entrati in contatto con i nuovi positivi ( dipendente comunale, imprenditore e 50 enne di Pratola). Si sta procedendo alla somministrazione dei tamponi a scaglioni, tenendo conto dei contatti stretti avvenuti almeno nell’arco dei 15 minuti e di altri parametri che l’azienda sanitaria sta prendendo in considerazione. Al momento sarebbero almeno una ventina i soggetti posti in monitoraggio sanitario. Domani sono attesi gli esiti dei tamponi svolti sui dipendenti comunali mentre un primo respiro di sollievo si può tirare per un medico di base e altre due persone che sono risultate negative al virus. La speranza è che il nuovo fronte, dopo mesi di “relax”, possa portare a ridestare l’attenzione sul rispetto delle misure anti Covid.

Andrea D’Aurelio

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