SULMONA – L’accusa è quella di essersi impossessata del bancomat di una donna di Vittorito, ed aver prelevato, dal gennaio del 2015 al luglio del 2016 dal conto dell’anziana, circa 32 mila euro. Protagonista della vicenda è una donna residente a Sulmona che è finita l’altro davanti ai giudici della Corte d’Appello dell’Aquila dopo l’impugnazione, da parte della Procura Generale, della sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Sulmona nell’aprile dello scorso anno. La Corte, a sorpresa, ha deciso di riaprire l’istruttoria, per risentire tutti i testi del processo. Si ricomincia da capo insomma, con una sentenza assolutoria suI tavolo dei magistrati del capoluogo. I fatti fanno riferimento al periodo in cui la donna lavorava come operatrice domestica alle dipendenze di un’anziana di Vittorito che viveva sola con la figlia. Secondo le accuse l’imputata avrebbe sottratto dalla borsa della donna, il bancomat e dopo essere entrata in possesso del Pin, custodito in un cofanetto, avrebbe iniziato a fare una serie di prelievi in contanti utilizzando il bancomat anche per rifornimenti di carburante, acquisti in negozio di abbigliamento, spesa nei supermercati e in negozi di occhiali. Tutti acquisti che la proprietaria del bancomat avrebbe disconosciuto. Nel corso del dibattimento di primo grado era emerso che l’utilizzo del bancomat era autorizzato, come dimostrato dai difensori dell’imputata, Alessandro Margiotta e Vittorio Masci, che avevano prodotto una dichiarazione dell’anziana. Inoltre, tutti gli acquisti contestati, erano riconducibili sempre alla proprietaria del bancomat. Tuttavia la Procura della Repubblica di Sulmona ha impugnato l’assoluzione e la Corte ha formalmente riaperto il caso.