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SULMONA – La prima udienza davanti al Gup con rito abbreviato era prevista lo scorso 7 maggio ma l’emergenza Covid ha fatto slittare tutto a settembre, mese in cui un 58 enne  residente in Valle Peligna, dovrà presentarsi davanti al giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Sulmona con le pesanti accuse di atti sessuali con minorenne e corruzione di minore. Una storia terribile andata avanti per sei lunghissimi anni, dal 2009 al 2015, dentro le mura domestiche di una famiglia per bene. La vittima è una giovane ragazza, che all’epoca dei fatti non aveva nemmeno dieci anni. Lui, l’imputato, è l’ex compagno della madre che avrebbe approfittato della fanciulla quando la stessa veniva affidata alla sua custodia. Il capo d’imputazione  fa accapponare la pelle. Stando al quadro accusatorio l’uomo avrebbe compiuto atti sessuali con la minorenne prima del compimento del decimo anno di età e sino al raggiungimento del sedicesimo anno, approfittando delle occasioni in cui l’allora ragazzina veniva affidata alla sua custodia. I fatti sarebbero avvenuti dal 2008 al 2015. C’è dell’altro. Stando sempre all’accusa, l’uomo avrebbe mostrato alla minore materiale pornografico e oggetti per l’autoerotismo per indurla a compiere o a subire atti sessuali. Anche questi fatti sarebbero avvenuti in più riprese, dal 2009 al 2013. Finita la storia tra l’uomo e la madre della vittima, la ragazza non ha retto al peso e ha raccontato tutto ai suoi familiari. E’ scattata quindi la denuncia e l’indagine della magistratura che ha portato la Procura a chiedere  il rinvio a giudizio dell’uomo. Nelle udienze fissate a settembre e ottobre l’imputato cercherà di smontare il castello accusatorio e sarà giudicato con rito abbreviato. Un dramma che si è consumato dentro le mura domestiche, seminando rabbia e dolore nelle famiglie coinvolte, segnando per sempre la vita della giovane ragazza e della madre. Alla giustizia il delicato compito di tirare le somme.

Andrea D’Aurelio

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