SULMONA – Avevano rubato circa 20 mila euro di gioielli e monili d’oro in un’attività di Sulmona, tra cui un pregiato diamente , nell’arco di sette mesi di visite e frequentazioni. “Clienti affidabili” che hanno ingannato gli ignari esercenti. Ieri le due donne di origine rom, una 35enne e l’altra 60enne, entrambe residenti a Pescara, sono comparse davanti al giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, per il processo che le vede alla sbarra per il furto aggravato in concorso con l’aggravante della destrezza. La Procura della Repubblica di Sulmona aveva chiesto ed ottenuto il rinvio a giudizio ed ora le imputate saranno giudicate con rito abbreviato, dal momento che la proposta di risarcimento di 3 mila euro è stata respinta dalla vittima. I fatti risalgono al 2018 quando, quasi tutti i mesi le due donne si recavano dal gioielliere, con il quale avevano instaurato un rapporto di amicizia, acquistando monili da regalare agli amici e ai familiari spendendo dai 20 ai 50 euro. In realtà con la scusa di fare acquisti di poco valore riuscivano a sottrarre all’orefice gioielli costosissimi che rivendevano al mercato nero. Entrambe avevano cominciato a frequentare la gioielleria tanto da diventare clienti fisse e stringere un legame di fiducia anche con la moglie e la figlia del malcapitato esercente. Ogni volta indossavano parrucche e vestiti di marca e si presentavano come persone facoltose pronte a spendere parecchi soldi pur di acquistare collane e bracciali. Ma non è tutto oro quel che luccica verrebbe da dire. In circa sette riprese, approfittando della distrazione del gioielliere “amico”, alleggerivano i rotoli di gioielli mettendo in borsa collane e bracciali e altri oggetti d’oro e di valore. Una storia che era andata avanti per molto tempo fino a quando il gioielliere si era accorto che dal rotolo dei diamanti ne era sparito uno. Del caso se ne occupò la Squadra Anticrimine del Commissariato Ps di Sulmona, guidata all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario Daniele L’Erario. Gli operatori di Polizia, esaminando i filmati delle telecamere interne del negozio di preziosi, avevano estrapolato le foto delle persone sospette e confrontandole con le banche dati della Questura erano riusciti a risalire all’identità delle due donne e a denunciarle. Ieri è partito il processo dopo il rinvio a giudizio. Le ladre di gioielli e diamanti saranno processate con rito abbreviato.