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SULMONA – Erano finiti sotto processo per  furto aggravato in concorso e rapina aggravata dall’uso dell’arma. Ma Giuseppe Serva e Maurizio Ventresca, sono usciti entrambi assolti questa mattina dal collegio giudicante del Tribunale di Sulmona, presieduto dal giudice Pierfilippo Mazzagreco. I due sulmonesi erano ritenuti responsabili della rapina perpetrata ai danni della parafarmacia di viale Mazzini. I fatti risalgono al 9 febbraio del 2018 quando la titolare della parafarmacia che si trova nell’edificio dove ha sede il supermercato Conad di viale Mazzini, aveva appena chiuso il negozio e si apprestava a salire sulla sua auto. In una mano la donna stringeva l’incasso della giornata mentre nell’altra la borsa con il computer e i documenti. La malcapitata si è ritrovata davanti un uomo con un coltello tra le mani. Temendo che potesse accadere qualcosa di grave, la prima cosa che le è venuta in mente è stata quella di offrire al malvivente i soldi dell’incasso, nella speranza di vederlo al piú presto andar via. Anche perché, in quel momento, era più importante per la donna riuscire a non mollare la borsa e il suo contenuto (documenti, computer e carte di credito), anziché i 1.400 euro dell’incasso. Ma il rapinatore, dopo essersi preso la borsa, è scappato via con il suo complice che lo stava aspettando poco più distante, a bordo di un furgone bianco, rubato poco prima sulla circonvallazione orientale.  I due sono finiti quindi davanti al giudice in base alle indagini svolte dalla Polizia. Nel corso del processo la deposizione della vittima si è rivelata a tratti confusa, anche se la malcapitata ha riconosciuto uno dei due imputati. Il quadro probatorio secondo i giudici non è stato solido al tal punto da condannare i presunti autori del fatto. Dal video proiettato in aula non si evince la presenza del furgone utilizzato per la rapina e la fuga nè sono stati rilevate impronte dagli accertamenti successivi. Come pure elementi discordanti sono emersi sulla rilevazione delle celle telefoniche e la ricostruzione degli orari.Per questo, recependo la linea degli avvocati difensori Silvia Iafolla e Andrea Marino, il collegio ha assolto Serva e Ventresca per non aver commesso il fatto nonché per insufficienza delle prove acquisite. Il Pm aveva chiesto sei anni  mentre i legali hanno fatto cadere il castello accusatorio rispetto agli indizi e alle intuizioni raccolte.  Nessun colpevole.

Andrea D’Aurelio

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