SULMONA (00,02) – Si rifiuta di visitare un soggetto cardiopatico per paura di contrarre il Covid e la Asl le presenta il conto con un taglio del 20 per cento sullo stipendio per un periodo complessivo di ben cinque mesi. Protagonista della vicenda è una guardia medica, operante a tempo indeterminato nella sede di continuità assistenziale di Sulmona, già balzata alle cronache lo scorso 26 ottobre dopo il patteggiamento della pena di quattordici mesi di reclusione davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona. I fatti risalgono all’ 11 dicembre 2021 alle ore 19 circa. Quale pubblico ufficiale in servizio presso l’ospedale di Sulmona, la guardia medica con turno di lavoro 10-20, avrebbe omesso di visitare un paziente cardiopatico con dolori alla spalla sinistra ed ad un braccio, adducendo che le avrebbe trasmesso il virus, pur essendo lo stesso in possesso di valido green pass da guarigione. La donna indebitamente avrebbe rifiutato un atto del suo ufficio che, per ragioni di sanità, doveva essere compiuto senza ritardo. Dalla denuncia del paziente, che ha subito un evidente nocumento, sono scattate indagini specifiche che hanno permesso di scoprire che la dottoressa, sempre quel giorno, avrebbe finto di essere in visita domiciliare, affiggendo un foglio sulla porta, mentre non era vero. Di qui l’aggravante di aver commesso il fatto a danno della Asl in qualità di pubblico ufficiale con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione. Il filone penale dell’inchiesta si è chiuso il patteggiamento della pena, sospesa poichè incensurata. Sul piano disciplinare l’azienda sanitaria, dopo aver aperto il procedimento e raccolto le memorie difensive del medico, ha irrogato la sanzione che consiste nella riduzione del trattamento economico del 20 per cento per la durata di cinque mesi. Un provvedimento non proprio leggero quello emanato dall’azienda. D’altronde gli operatori sanitari sono rimasti in prima linea dall’inizio alla fine dello stato di emergenza per Covid. Per questo le giustificazioni addotte dalla guardia medica non potevano essere considerate attenuanti.