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SULMONA – La Asl aveva programmato per entrambi il tampone molecolare, dopo un contatto stretto con un caso accertato, ma loro si sono comunque recati sul posto di lavoro. E’ accaduto in queste ore in Valle Peligna dove non cessano i comportanti imprudenti nella quotidianità. Il caso di specie è quello di un’attività che eroga servizi essenziali. Dopo l’accertamento di un caso Covid, la Asl aveva attivato la sorveglianza per due unità che erano entrate in contatto con il collega che rientra anche tra i contatti stretti dei due operatori commerciali. All’esito delle verifiche si è scoperto che i due si sono recati normalmente sul posto di lavoro, venendo meno sia alle disposizioni impartire nonchè alla normativa di riferimento ma anche alle norme non scritte del buon senso. “In verità nessuno ci ha chiamati nel senso che non sapevamo di essere sorvegliati”- si sarebbero giustificati i due che nelle prossime ore si sottoporranno al tampone molecolare. Al di là delle sviste e delle singole responsabilità, il caso conferma la stanchezza emotiva nell’osservanza delle misure a un anno esatto dall’inizio della pandemia ma anche la difficoltà di un sistema economico stremato che non può permettersi, almeno per alcune tipologie di attività, di fermarsi nemmeno un giorno. E’ proprio per non penalizzare ulteriormente il comparto economico e per tutelare in primis la salute collettiva che bisogna recuperare l’esercizio della prudenza nel quotidiano. Soprattutto in vista della Pasqua. La prevenzione Asl ha individuato nelle scorse settimane tre focolai dovuti a cene e rimpatriate. Non è il momento di mollare.

Andrea D’Aurelio

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