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SULMONA – Dalla lista della spesa all’elenco delle incompiute è un attimo. Le ultime novità sono emerse nella giornata di ieri. Niente polisonnografia nel nosocomio cittadino, visita gastroenterologica non prenotabile (con il ticket) da almeno due anni e dieci giorni di attesa per un semplice prelievo al sangue, eccetto i fragili. Tutte notizie verificate con gli addetti ai lavori. Come al solito. All’indomani del report chiarificatore diramato dall’azienda sanitaria, la sensazione è che la richiesta di collaborazione più volte sollecitata dai “piani alti” a volontari e operatori dell’informazione, sia stata in qualche modo surclassata dal voler giocare a difesa. L’azienda ha tenuto a specificare che, in base all’audit effettuato, le liste d’attesa per endocrinologia non superano i tre mesi. Non è vero quanto riferito da qualche consigliere comunale che aveva detto 33. Forse per deformazione professionale come quando si va dal medico. Scherzi a parte, va rilevato che si continua a nascondere la polvere sotto al tappeto. Dopo l’elenco delle figure sanitarie reclutate, concorsi banditi ( dopo quattro anni) e psicologi in supporto, nessun accenno si fa ai problemi che la stampa, la politica e il Tdm hanno sviscerato negli ultimi giorni. Forse sono troppi per poterli ricordare. Ripetita iuvant. La lista, effettivamente, si è allungata: pronto soccorso con un solo medico per turno, operazioni di cataratta bloccate per mancanza materiale, ematologia con un solo medico per due ospedali, test per la tubercolosi fuori sede, copertura assente per le file al Cup e sosta davanti al pre triage, lunghe attese per gastroenterologia, polisonnografia, doppler. L’esercito di bambini resta senza pediatra e psicoterapeuta. Aspettando i rinforzi. Non uno o due problemi. Per questo sarebbe stato più opportuno analizzare le singole questioni con onestà intellettuale anzichè spostare l’attenzione sulle notizie infondate che poi infondate non sono. Altrimenti non si spiega come sia stato possibile che, nel giro di 13 ore dalla pubblicazione di un nostro articolo, l’equipe della Asl si è recata a casa di un’anziana in attesa dell’indennità di accompagnamento da nove mesi e che, nel frattempo, era andata in coma. Tutto si può migliorare. Per carità. Ma nascondere la polvere sotto al tappeto non servirà a ridare stabilità ai pazienti di ematologia nè ad evitare un viaggio fuori sede alla nonnina di 90 anni che si deve operare di cataratta.

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