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RIVISONDOLI – La Procura della Repubblica di Sulmona ha chiesto il rinvio a giudizio per sindaco, vice sindaco e avvocato del comune di Rivisondoli, finiti sotto la lente della magistratura per la presunta e tentata estorsione ai danni di quattro soggetti partenopei. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha fissato l’udienza per il prossimo 14 settembre, vista la richiesta pervenuta dal Sostituto Procuratore, Edoardo Mariotti, titolare del fascicolo. Dopo il filone cautelare piuttosto movimentato, si arriva alla fase cruciale del procedimento poichè il Gup dovrà decidere se emettere decreto di rinvio a giudizio per i tre imputati o sentenza di non luogo a procedere, salvo riti alternativi pure al vaglio. I tre sono accusati di aver chiesto la somma di circa 20 mila euro a quattro soggetti partenopei, uno dei quali condannato nei tre gradi di giudizio penali per aver costruito la scala di accesso alla propria abitazione direttamente sulla pubblica strada comunale, senza alcun titolo di proprietà. A supporto dell’accusa ci sarebbe pure una registrazione. Gli indagati, sin da subito, avevano spiegato di aver agito esclusivamente per l’interesse dell’ente, fornendo ampia documentazione al riguardo, ribadendo pure che l’incontro finalizzato alla transazione è stato svolto nell’Aula Consiliare del Comune e in presenza di altri amministratori. Recentemente la Corte di Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso cautelare della Procura che aveva chiesto ai giudici capitolini di ripristinare la misura dell’obbligo di firma, applicata inizialmente dal Tribunale e revocata dal Riesame dell’Aquila. Inoltre, sempre la Cassazione, aveva rigettato pure il ricorso contro la revoca della misura interdittiva del vice sindaco. Le esigenze cautelari, insomma, non hanno trovato riscontro e solidità nelle varie sedi. Ora si arriva davanti al Gup mentre l’origine del “male”, ovvero la famosa scala, da tempo è stata demolita.

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