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L’AQUILA – Ci sono anche due persone residenti nel Centro Abruzzo tra gli indagati nell’inchiesta sulla mafia dei pascoli scattata ieri all’alba. Si tratta di una indagine della Procura dell’Aquila e della Finanza di Pescara che ha nel mirino la malavita foggiana. Una frode con fatture false, prestanome e contratti fittizi.
Tra gli inquisiti locali figurano due indagati originari di Popoli e residenti a Navelli. Le accuse, a vario titolo, sono rilevanti: reimpiego di proventi illeciti, ricettazione, truffa aggravata ai danni dello Stato e per il conseguimento di erogazioni pubbliche, autoriciclaggio. Nel complesso sono 75 i coinvolti, con 25 misure cautelari personali, 16 perquisizioni e sequestri preventivi in esecuzione, in tutta Italia, tra Abruzzo, Puglia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Campania.Per truffare l’Unione Europea l’associazione per delinquere, operativa dal 2014, avrebbe simulato il possesso dei requisiti necessari per ottenere la disponibilità di terreni e di corrispondenti titoli ‘Pac’, rilasciati gratuitamente dalla Riserva Nazionale dei Titoli ai nuovi giovani imprenditori agricoli.
Secondo gli investigatori, le nuove imprese agricole fittizie sarebbero state in combutta con società cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese, costituite per ottenere vasti terreni la cui concessione ad uso civico veniva messa a bando dai Comuni. Le frodi, accertate dai finanzieri, ammonterebbero a circa 5 milioni di euro. Una indagine laboriosa, durata due anni, con 100 mila intercettazioni telefoniche e 8.000 interrogazioni alle banche dati e accertamenti bancari su 270 conti correnti

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