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SULMONA – Stefano( nome di fantasia) non ci credeva l’altro giorno quando è arrivata la telefonata della Asl che gli comunicava l’esito negativo del sesto tampone. E’ finita. Una lunga quarantena durata oltre due mesi che ha fatto saltare tutte le feste comandate, da Natale all’Epifania, tenendolo “segregato” dentro le mura domestiche, chiuso in una camera da letto almeno nei primi trenta giorni senza potersi ricongiungere con i suoi cari, onde evitare di diffondere il contagio. Aveva perso il conto dei tamponi e dei giorni che passavano. Il suo unico pensiero era sempre lo stesso. “Quando potrò riprendere la chemioterapia?”- si domandava in continuazione il sulmonese. Altro che mega rimpatriate e uscite fuori porta. Il sogno del malato oncologico, che si era sottoposto al ciclo delle chemio prima di contrarre il Covid, ovvero a fine novembre, era e resta quello di potersi curare con regolarità per sconfiggere un altro grande nemico, che non è più debole del Covid. Stefano ci aveva scritto, nella rubrica “Raccontalo al Mister”, per raccontarci la sua lunga sorveglianza attiva, ovvero il suo calvario da asintomatico che lo ha tenuto chiuso in casa perchè, pur potendo essere liberato dalla Asl dopo ventuno giorni, per la riammissione sul posto di lavoro serviva quel benedetto tampone negativo. Alla fine è arrivato ma dopo due mesi. “Domenica mi è arrivata la notizia e quando sono uscito di casa con i miei cari non mi sembrava vero”- racconta il malato oncologico- “mi guardavo intorno e continuavo a chiedermi se era tutto vero o stavo solo sognando”. Una storia, quella di Stefano, che fa riflettere sugli effetti emotivi e sociali dell’emergenza pandemica in atto. Non esiste solo il Covid ma ci sono anche altre patologie da tenere sotto controllo, soprattutto quelle che non hanno una scadenza ma perdurano nel tempo.

Andrea D’Aurelio

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