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SULMONA – Si rompe la sedia della sala d’attesa collocata nell’ambulatorio eco cardiologico e cade rovinosamente a terra, rimediando una prognosi di sessanta giorni. Per quella disavventura che risale all’8 settembre 2019, esattamente a quattro anni fa, una donna sulmonese di mezz’età dovrà essere risarcita dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Lo ha stabilito il giudice di pace di Sulmona, Anna Maria De Santis, che ha accolto il ricorso depositato dalla donna, assistita in giudizio dall’avvocato, Alberto Paolini e ha condannato la Asl al risarcimento del danno con il pagamento di 1388, 25 euro oltre agli interessi legali e al pagamento delle spese di lite che liquida in 1265 euro. Quella mattina la sulmonese, che si era recata nell’ospedale di Sulmona per far visita ad un congiunto, mentre attendeva in sala d’aspetto si sedeva su una sedia/panchina che si rompeva, determinando una rovinosa caduta a terra della donna che batteva la testa, rimanendo incastrata nello spazio divisorio tra le due sedie, subendo una distorsione del braccio e del polso sinistro. Lesioni refertate dai medici dello stesso ospedale e giudicate guaribili con una prognosi complessiva di sessanta giorni. Non una fatalità secondo la malcapitata che era entrata nel nosocomio come visitatore ed era uscita come degente. Per questo ha deciso di andare fino in fondo, chiamando in causa la Asl. Il giudice di pace le ha dato ragione. “Il tutto induce a ritenere che sussista la negligenza di chi doveva avere cura nel mantenere in buone condizioni la sedia/panchina che evidentemente era di per sè cedevole e pericolosa per gli utenti dell’ospedale”- scrive la De Santis nella sentenza. Da qui la condanna della Asl al risarcimento del danno e al pagamento delle spese di giudizio.

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