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SULMONA – Nessuna denuncia di parte per il turbamento di un funerale o servizio funebre ma arrivano le scuse. I familiari del giovane che l’altro giorno si è scagliato contro il parroco della Basilica Cattedrale di San Panfilo, nel corso delle esequie del 28 enne di Sulmona trovato morto a Rocca Pia, si sono scusati per quanto accaduto. A farlo sapere è il vescovo diocesano, Mons. Michele Fusco, che oltre ad esprimere solidarietà a don Domenico Villani per la tentata aggressione e per lo scompiglio durante il funerale, ha annunciato l’apertura di centri di ascolto per giovani sul territorio diocesano. “Il gesto, pur comprendendo la rabbia e il dolore, certamente non ha aiutato i presenti a vivere il già delicato momento, ma anzi ha acuito ancor più quella ferita già troppo sanguinante. Ecco, allora, che oltre che a don Domenico, la vicinanza della Chiesa locale è alla famiglia del giovane e a tutti i presenti che, con delicata solidarietà e fede consolante, hanno partecipato alla celebrazione ricordando al meglio, nella preghiera, il caro Simone”- interviene il presule sostenendo che “la difficoltà del tempo presente sembra ancora una volta mettere alla prova soprattutto la popolazione giovanile del nostro territorio e dell’intera società civile e religiosa. Per questo, nell’ambito del percorso sinodale celebrato e vissuto anche nella nostra diocesi, si stanno aprendo centri di ascolto e di riflessione, denominati Cantieri Giovani, finalizzati a mettere al centro e valorizzare sempre più i giovani, il loro futuro e perciò il linguaggio che permette loro di comunicare con la Chiesa stessa.Da ciò, instaurare un dialogo su quelle che sono le loro paure, i loro sogni e difficoltà. Questa sfida, da parte di tutti, vuole essere luce di speranza affinché gesti, come quelli visti in questi giorni, non si ripetano più”. Il vescovo quindi va oltre il fatto in quanto tale perché c’è una ferita che accomuna l’intera comunità. Si tratta dell’indifferenza o, più comunemente, della difficoltà di chiedere aiuto. Un atto che nell’immaginario collettivo viene associato alla debolezza. In realtà si tratta di un’azione di forza. Per questo c’è bisogno di tornare al dialogo, all’attenzione, all’ascolto. Lo stesso don Domenico, raggiunto telefonicamente, aveva stemperato i noi. “Non sono stato aggredito né c’è stato contatto fisico. Mi ha lanciato le uova e si è molto agitato. Ho invitato i fedeli ad avere comprensione perché era amico di Simone”- ha detto don Domenico. Intanto il caso è finito sotto la lente della Procura della Repubblica di Sulmona all’esito degli accertamenti di rito esperiti dai Carabinieri in caserma dopo aver allontanato il giovane. L’unica ipotesi di reato ravvisabile è quella di turbamento di servizio funebre. Tuttavia nessuna denuncia di parte è stata al momento presentata.

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