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SULMONA – Un documento da votare in Consiglio per ribadire la posizione di contrarietà dell’ente agli insediamenti della Snam senza trattare. Si sono lasciati così i capigruppo consiliari di Palazzo San Francesco, convocati nel primo pomeriggio all’indomani del via libera del governo al gasdotto Sulmona -Foligno. Entro metà mese si svolgerà un Consiglio Comunale straordinario per assumere le relative determinazioni. Nel frattempo la contropartita per la realizzazione del metanodotto e centrale di compressione Snam risveglia l’attenzione dal basso, anche dell’uomo di strada, visti i ristori pressocchè irrisori al vaglio della cabina di regia di sindaci, presidenti di provincia e Regione che si è fatta garante al riguardo. Sul tavolo ci sono solo 5 milioni da spalmare per l’intero comprensorio a fronte di cifre ben più consistenti promesse e proposte altrove. In Puglia, ad esempio, per la Tap si parlava di 50 milioni. La contropartita implica un’azione politica incisiva per questo spunta l’ipotesi di una raccolta firme, finalizzata ad incardinare una delibera da portare in Consiglio Comunale. Secondo il regolamento per il funzionamento dell’assise civica, occorrono almeno 300 firme dei cittadini perché l’istanza approdi in Consiglio. Fautore dell’iniziativa il gruppo di Direzione Sulmona che fa capo all’ex consigliera comunale, Elisabetta Bianchi. Al momento si tratta solo di un’ipotesi che raccoglie il sentire collettivo sulla possibile delocalizzazione della centrale in ordine ai necessari approfondimenti sugli scavi archeologici per la centrale di compressione Snam, allo studio Ingv per entrambe le opere e all’entità dei ristori che non appaiono in linea con la strategicità del comprensorio. Più che di cultura, pure quella importante vista la candidatura depositata al Ministero, si dovrebbe puntare sul mantenimento in loco di presidi e servizi, proprio in funzione del ruolo nevralgico, per l’Italia e per l’Europa, che la stessa multinazionale riconosce al territorio.

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