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SULMONA – Avrebbe sottratto denaro, circa 80 mila euro, delle tasse comunali e si sarebbe pure autoassegnato, in aggiunta al proprio stipendio, una serie di indennità che non gli spettavano raggranellando così altri 17.500 euro. L’accusa è pesante per C.S., ex responsabile dell’area finanziaria dei comuni di Scanno, Introdacqua e Rocca Pia, che ieri è dovuto comparire davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona per la prima udienza del processo che lo vede imputato. I giudici hanno provveduto ad ammettere le prove mentre si sono riservati sulle istanze arrivate dal difensore del ragioniere, l’avvocato Alessandro Margiotta, che ha chiesto una perizia sulla documentazione contabile per dimostrare la compensazione dei costi tra entrate e uscite. La parte civile è rappresentata dal legale Piercarlo Cirilli. Secondo quanto emerso nel quadro probatorio, il funzionario nel biennio 2016-2017 si sarebbe appropriato di circa 80.000 euro in contanti, sottraendoli dalle casse del Comune di Scanno. Il denaro era provento di tributi vari (pagamento di parcheggi comunali, utilizzo del palasport, scuolabus, pagamenti di pubblicità e affissioni, occupazione di suolo pubblico, occupazione delle aree di mercato, proventi contravvenzionali, diritti di urbanistica e di segreteria). Inoltre, sempre secondo l’ipotesi d’accusa, il ragioniere, approfittando del proprio incarico, si sarebbe appropriato di 17.500 euro, sempre in danno del Comune di Scanno, assegnandosi in aggiunta al proprio stipendio una serie di indennità non spettanti. Per C.S. scattò l’arresto ma si aprì anche il filone contabile dell’inchiesta. A settembre 2018 la Corte dei Conti lo ha condannato al pagamento, a favore del comune di Scanno, della somma complessiva di 80.280 euro, oltre agli interessi legali. I suoi legali ora, Benigno D’Orazio e Alessandro Margiotta, cercheranno di smontare il castello accusatorio. Da qui la richiesta di una perizia sui conti. La prossima udienza si svolgerà il 2 febbraio per ascoltare i testi del Pm.

Andrea D’Aurelio

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