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SULMONA – Due persone residenti a Pratola Peligna, rispettivamente padre e figlio di 46 e 20 anni (A.F. e A.F), sono state arrestate alle prime luci dell’alba dai Carabinieri della compagnia di Sulmona che hanno eseguito l’ordinanza, firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco. I militari, al termine di un’articolata attività d’indagine, sono riusciti ad assicurare alla giustizia i presunti autori degli atti intimidatori posti in essere a Pratola Peligna lo scorso 4 febbraio e a Raiano il 20 maggio. La svolta nelle indagini è arrivata nei mesi scorsi quando i Carabinieri avevano fermato e arrestato un 46 enne con una pistola nell’auto calibro 765. Le analisi svolte dal laboratorio del Ris hanno permesso agli investigatori di venire a capo della vicenda. Stessa pistola e stessi proiettili utilizzati negli atti intimidatori di gennaio e maggio. Le accuse a vario titolo sono di esplosione di colpi di arma da fuoco e porto abusivo di arma clandestina. Allo stato, le indagini del Nucleo Operativo dei Carabinieri, hanno portato gli inquirenti ad avere un delineato quadro d’insieme fatto di riscontri oggettivi giunti attraverso i sopralluoghi, le analisi tecniche delle immagini del circuito di video-sorveglianza e del traffico telefonico cellulare passante per i ponti radio agganciati nelle zone e nei momenti interessati dalle vicende. In tempi relativamente brevi, le stesse investigazioni, con il ricorso alle intercettazioni telefoniche e ambientali verso gli unici sospettati, hanno condotto, già a luglio scorso, al sequestro di una pistola calibro 7,65 con relativo munizionamento. Vanno avanti gli accertamenti per verificare se può esserci anche un collegamento con l’ incendio della scorsa notte a Pratola. La proprietaria della vettura è la stessa vittima degli spari. “Né io né la mia famiglia abbiamo a che fare con la tossicodipendenza o con altri fenomeni”- si sfoga la vittima ad Onda Tg. Il fattore scatenante è quindi da relegare a futili motivi o liti tra ragazzi. I due arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati ristretti ai domiciliari in attesa di interrogatorio di garanzia

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