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SULMONA – Tutti in fila per fare i tamponi. Anche i bambini, ovvero i piccoli studenti che devono essere riammessi a scuola, si sono presentati ieri davanti al pre-triage dell’ospedale di Sulmona. Non uno o due ma a decina tant’è che la loro presenza non è passata inosservata e ha spinto il Tribunale della sanità, rappresentato dalla sua referente Catia Puglielli, a chiedere alla Asl di adoperarsi per il rispetto dei protocolli da parte dei pediatri e dei medici di base. “Nel momento in cui continuiamo in ambito medico a dire non mi assumo la responsabilità e mandiamo tutti i bambini per un raffreddore o per un mal di pancia a fare il tampone, produciamo l’effetto contrario”- interviene la Puglielli secondo la quale “c’è bisogno soprattutto di attuare i protocolli escludendo il tampone quando non ci sono sintomi riconducibili al covid . Questo vuol dire che se il bambino ha mal di pancia oppure ha avuto una febbre che si è abbassata dopo un giorno ad esempio non è Covid e i bambini devono rientrare a scuola con un semplice certificato medico”. Per il Tribunale della sanità è impensabile assistere alla “sfilata” dei bambini nell’aria triage. Per questo la Puglielli ha chiesto alla Asl “di attribuire tale responsabilità ai pediatri e medici di base con contestuale rafforzamento anche delle risorse umane a sostegno della medicina territoriale”. La raffica di richieste si ripercuote infatti sul sistema della prevenzione già provato da una grave carenza di organico tra tamponi, vaccini e screening. Diverso è l’isolamento in classe in aula Covid, dopo la comparsa di sintomi anche lievi, per permettere allo studente di rientrare a casa e far scattare la trafila per il raccordo con il medico di base. La prevenzione sta funzionando nelle scuole che reggono alla seconda ondata. Tutti i contagi accertati finora fanno riferimento all’ambiente domestico degli studenti e non alle singole classi.

Andrea D’Aurelio

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