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SULMONA – Cinque anni, quattro mesi e ventiquattro giorni di reclusione più il pagamento delle spese processuali. E’ questa la pena complessiva comminata dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Concetta Buccini, a cinque detenuti del carcere di massima sicurezza di Sulmona, sorpresi con il telefono dietro le sbarre. In due hanno scelto il rito abbreviato rimediando una condanna di un anno e due mesi mentre altri tre hanno patteggiato la pena rispettivamente per un anno e due mesi, un anno e un mese e dieci mesi di reclusione. L’inchiesta risale allo scorso anno quando i baschi blu, al termine di un’accurata indagine ed una serie di perquisizioni, riuscirono a sequestrate una ventina di dispositivi che erano finiti nelle mani dei detenuti del penitenziario peligno, alcuni dei quali sembrerebbe recapiti perfino tramite l’utilizzo di droni. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, risale al 25 ottobre dello scorso anno quando un detenuto, dopo essere stato scoperto con tre cellulari in cella, reagì alla perquisizione, mandando in ospedale cinque agenti. Ne scaturì un’attività d’indagine che ha portato alla condanna dei nove imputati, compresi quanti avevano scelto riti alternativi. L’inchiesta si è poi allargata con l’arresto di un poliziotto penitenziario, accusato di aver introdotto tre micro cellulari nella struttura carceraria, destinati verosimilmente ai detenuti. L’uomo, sottoposto all’obbligo di firma, dovrà comparire il prossimo 5 ottobre davanti al giudice monocratico.

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