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SULMONA – Non sono emersi elementi nuovi per alleggerire le esigenze cautelari o far venir meno gli indizi di colpevolezza. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, che ha rigettato le istanze di revoca della misura cautelare per i quattro indagati finiti sotto inchiesta per tentata estorsione tra famiglie, minaccia e lesioni. Gli indagati avevano respinto le accuse ritenendo che la diatriba esplosa tra i due nuclei familiari non avrebbe nulla a che fare con prestiti di denaro. Avrebbero inoltre prodotto conversazioni audio ritenute non sufficienti dal giudice per la cessazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento che è stata notificata nei giorni scorsi ad una 49 enne di Sulmona, al compagno e altri due giovani nonché figli della donna. L’inchiesta di Procura e Polizia è scaturita dalla denuncia della persona offesa, residente in un paese del circondario, che aveva chiamato in causa le forze dell’ordine nell’ultimo periodo dopo le continue diatribe tra le due famiglie. Alla base della tentata estorsione ci sarebbe la pretesa di un bracciale in oro a fronte di un prestito in denaro di circa mille euro. Ulteriori accertamenti sono in corso per capire se dietro i contanti possa esserci anche altro. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’aggressione subita la scorsa estate da uno dei figli dell’indagata da parte di un gruppo di giovani che avrebbe al suo attivo uno dei figli della persona offesa. Un episodio che avrebbe generato una sorta di vendetta e ritorsioni secondo gli inquirenti. La storia è da ricostruire nel dettaglio. Intanto i quattro indagati sono avvertiti. In caso di violazione del divieto di avvicinamento finiranno direttamente agli arresti.

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