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SULMONA – Un anno e quattro mesi di reclusione, risarcimento da liquidare in sede civile e pagamento delle spese processuali. È questa la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per un 36 enne di Sulmona, F.G., finito alla sbarra per aver tentato di strangolare una giovanissima con la quale si era frequentato per un periodo. Una sentenza pronunciata a sorpresa poiché il Pm aveva chiesto l’assoluzione per insufficienza delle risultanze probatorie, ovvero perché non emersa la prova della commissione del fatto. Stando all’accusa nel novembre del 2018 il giovane avrebbe aggredito e percosso una ragazza, con la quale aveva avuto una relazione. Le percosse subite dalla vittima, secondo i referti medici, le avevano procurato lesioni giudicate guaribili in trenta giorni, oltre a varie fratture e ferite da taglio. Nel corso delle indagini, compiute dalla Squadra anticrimine del Commissariato di Sulmona coordinata all’epoca dei fatti dal Sostituto Commissario, Daniele L’Erario, è stato accertato che la ragazza venne picchiata nell’androne di un palazzo gentilizio. Il 36 enne ha sempre respinto le accuse, sostenendo che quel giorno non aveva proprio incontrato la donna. Il giudice non le ha creduto, tenuto conto di quanto aveva dichiarato nell’interrogatorio di garanzia, e lo ha condannato a 16 mesi di reclusione, accogliendo la tesi della parte civile, rappresenta dall’avvocato, Luca Tirabassi. Per quell’episodio l’imputato, difeso dall’avvocato, Silvia Iafolla, era finito agli arresti

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