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SULMONA – Quattro testimoni citati dalla Procura hanno sfilato ieri davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona, presieduto dal giudice Marco Billi, mentre lui, un 28 enne di Palermo, si trova ancora agli arresti domiciliari con la pesante accusa di violenza sessuale aggravata, di aver abusato cioè della sua sottoposto in una stanza di albergo. La vicenda è particolarmente delicata e il prossimo 21 luglio, dopo l’escussione dei testi della difesa e l’esame dell’imputato, si chiuderà il primo grado del procedimento penale. Ma andiamo con ordine. I fatti risalgono all’agosto dello scorso anno. Secondo il quadro accusatorio l’animatore turistico avrebbe costretto con violenza e minaccia una giovane di Torino, che lavorava in una struttura alberghiera della capitale del Pnlam, a compiere e subire atti sessuali. In particolare, nel corso di una discussione dopo la giornata di lavoro, svoltasi all’interno della stanza riservata al riposo del personale in servizio, dopo settimane in cui proponeva offerte amorose non corrisposte e poneva in essere comportamenti ritorsivi approfittando anche della posizione di diretto superiore dello staff di animatori turistici, avrebbe intrapreso una discussione con la giovane, chiedendole un rapporto sessuale. Il secco rifiuto della sua sottoposto non lo avrebbe fatto desistere. La donna sarebbe stata bloccata sul letto con la forza, costretta quindi a compiere e subire la prestazione sessuale. Qualche giorno dopo la vittima ha denunciato tutto alla locale stazione dei Carabinieri, producendo anche i referti medici dell’ospedale di Avezzano, che hanno confermato la violenza. Così il Procuratore Capo della Repubblica di Sulmona, Giuseppe Bellelli, chiese e ottenne dal giudice Sodani la misura cautelare in carcere per l’animatore turistico, alleggerita solo qualche mese dopo con i domiciliari. La giovane, assistita dall’avvocato Alessandro Scelli, ha confermato tutto davanti ai giudici nell’udienza dello scorso 25 febbraio, spiegando a chiare lettere di essere stata violentata dal suo diretto superiore. Ieri è stata la volta dei quattro testi della Procura. La parola fine, almeno per il procedimento di primo grado, sarà scritta il prossimo 21 luglio dopo l’esame dei testimoni della difesa e dell’imputato che ha già negato le accuse nel corso dell’interrogatorio, spiegando che tra i due era nata una sorta di relazione. Al collegio del Tribunale sulmonese spetta l’ultima parola.

Andrea D’Aurelio

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