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Era il 1990 quando un gruppo di quattro persone, due psichiatri, un medico internista ed un amministrativo, arrivano in un piccolo paese della Valle del Sagittario con un progetto che a molti apparve come ‘follia’. Ma perché era proprio di questo che si occupavano: il loro progetto era quello di favorire l’integrazione del paziente psichiatrico grave nella società. La scelta di Anversa degli Abruzzi, piuttosto che una grande città, era quella giusta perché un paese piccolo ti accetta, ti senti meglio a prescindere da chi sei e da quale malattia hai. Questa gente può sembrare distaccata, chiusa all’interno delle loro abitazioni ma in realtà sono disponibili al nuovo, a quello che passa. Per 18 mesi la squadra ha organizzato assemblee con la cittadinanza per chiedere il permesso e per informarli sulla malattia. Hanno spiegato che la patologia psichiatrica è semplicemente ‘sofferenza’ e che può capitare a ‘chiunque’, che tipologia di persone avrebbero ospitato e quanto sarebbe stato necessario l’aiuto della popolazione stessa. Spiegarono soprattutto che il progetto della Comunità non si fondava sul lucro, sul risparmio sul costo della carne o sullo stipendio dei lavoratori. Perché solo un ambiente equilibrato garantisce un buon trattamento degli ospiti. Tra i favorevoli e i contrari vinsero i primi e i pazienti hanno avuto sempre un ottimo rapporto con i residenti. E tutto è stato possibile grazie soprattutto all’intenso lavoro dell’allora sindaco Gianni Gabriele. Il 17 novembre del 1997 la Comunità Terapeutica Il Castello diventa operativa.

“Abbiamo iniziato con cinque operatori, un infermiere, un’addetta alle pulizie ed una cuoca. Ora siamo più grandi, una trentina” queste le parole del Dirigente Sanitario (uno della squadra!) dottor Michele Beatrice. “Il malato psichico subisce una forma di sofferenza che spesso è più temuta dagli altri che dal paziente -continua il dott Beatrice. E per capire la loro sofferenza immaginate che la persona malata sia un esploratore che gira con la bussola rotta! Girerà un po’ a vuoto fino a quando non troverà la sua strada che certamente non sarà quella comune e condivisa dagli altri. Purtroppo, nonostante le battaglie, lo Stigma sociale non è ancora stato superato. Il malato è visto male e quando lo si incontra si cambia marciapiede. Purtroppo, in questa società devi essere performante, produttivo; il paziente psichiatrico spesso non lo è. Lo Stato deve investirci: denaro, leggi, persone dedicate. Invece la psichiatria è sempre il fanalino di coda delle Asl”.

Tutto questo, ma assieme a molto altro, lo troverete nel libro “La Comunità. Dialoghi brevi”, scritto dal dottor Ciancarelli, psicologo della struttura, e dal dottor Beatrice. Un piccolo scrigno sulle verità della psichiatria, quelle che non conosciamo e che non vogliamo conoscere. Il libro sarà presentato al pubblico il 21 agosto, nel corso di una serata dedicata ai 25 anni di attività della Comunità. Ospite della serata l’ex sindaco Gianni Gabriele e il suo successore Gianni Di Cesare. A seguire, la Compagnia del Teatro Instabile, porterà in scena la commedia originale ‘Le Oche’. Ovviamente gli attori saranno gli ospiti affiancati da alcuni operatori della struttura.

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