Anche gli esponenti del M5S Di Girolamo e D’Andrea intervengono su quanto sta accadendo a L’Aquila per la gestione degli appalti ed in un comunicatp scrivono:
“L’autorità nazionale anticorruzione (ANAC) scrive che a L’Aquila c’è un deficit di trasparenza nella gestione degli appalti ma Biondi non risponde, minimizza e parla di sciacallaggio politico e polverone. Non c’è da sorprendersi, Biondi fa quello che fanno Meloni a Roma e Marsilio in regione, fa finta di nulla, scansa le domande e, alle strette, accusa altri. Insomma, un sistema ben collaudato che ha l’unico scopo di evitare risposte e responsabilità. Nella fantasiosa ricostruzione del sindaco de L’Aquila le pesanti anomalie evidenziate dell’Anac diventano generiche raccomandazioni, nulla di che, insomma, un’altra cosa di cui andare orgogliosi, per restare sui termini cari alla narrazione meloniana. Fatto sta – continua la Di Girolamo – che l’Anticorruzione segnala che sugli appalti per tre anni (2020-2022) a l’Aquila gli affidamenti diretti sono stati 141, 94 senza pubblicazione del bando e solo 7, ripeto solo 7, sono stati affidati con gara a evidenza pubblica. Senza dimenticare, evidenzia sempre Anac, il ricorso al frazionamento degli appalti stessi al fine di assegnarli direttamente, cosa che ha avuto evidenti ripercussioni in materia di trasparenza, pubblicità ed apertura del mercato alla concorrenza. La verità è una, questi signori del centrodestra pensano all’Abruzzo come a un loro feudo personale, per loro non servono regole ma nomine e intrallazzi che possano consentire di continuare a mantenere il potere. Sulla nomina di Piccinini, altro meloniano di ferro, alla Gran Sasso Acqua, io stessa ho presentato un’interrogazione parlamentare ancora senza risposta, ovviamente. E la funivia Gran Sasso? Meglio non parlarne, spero soltanto che dal Ministero delle Infrastrutture arrivino nelle prossime ore notizie rassicuranti. Da Biondi aspettiamo risposte, non per sciacallaggio politico ma per chiarezza e trasparenza, proprio quella che manca ed è mancata, a leggere la documentazione Anac. L’Aquila è candidata a Capitale della cultura 2026. Della cultura, non del silenzio, delle omissioni e della scarsa trasparenza. La città non merita questo. Si faccia presto chiarezza, questo è l’auspicio. A Biondi e al centrodestra in ogni caso riconosco coraggio, perché ce ne vuole davvero tanto a dire che in Abruzzo e a L’Aquila va tutto bene. Così tanto che sarei tentata di definirlo faccia tosta”, conclude la Di Girolamo.
Dello stesso tono le considerazioni di Attilio d’Andrea, coordinatore M5S per la provincia de l’Aquila: “In quello che è stato definito il cantiere più grande d’Europa, ossia quello rappresentato dalla ricostruzione nel capoluogo d’Abruzzo, solo il 3,5% degli appalti è stato assegnato con gara di evidenza pubblica. È un dato oggettivo e fa capire il modus operandi delle amministrazioni di centro destra capitanate da Fratelli d’Italia volto esclusivamente a capitalizzare il proprio potere. Mi auguro quanto meno che i lavori siano fatti con criterio, perché quanto accaduto per la seggiovia del Gran Sasso, chiusa su segnalazione di un esperto di montagna allarmato per lo stato dei cavi, dopo che solo 6 mesi fa era stata comunicata la chiusura dei lavori, desta non poche preoccupazioni”.