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L’Aquila- Come avevano preannunciato, le organizzazioni sindacali CGIL congiuntamente a FP CGIL, SPI CGIL e NIDIL CGIL, stamattina hanno organizzato un sit in proprio dinanzi il cup del San Salvatore per denunciare le gravi carenze del sistema sanitario, situazione ormai cronica che sta pregiudicando i diritti universali di cittadini e cittadine.

Secondo le oo.ss. il principio costituzionale per cui la salute è un diritto del cittadino sta venendo sempre meno nei nostri territori: troppe sono le persone che a causa di una sanità pubblica carente sono costrette a rinunciare a curarsi; troppe sono le persone che impossibilitate a ricevere cure dalle strutture pubbliche e non potendosi permettere un accesso a quelle private rinunciano alle cure. Liste di attesa interminabili, rinvii per visite specialistiche, condizioni inappropriate per il sistema di prenotazione presso i CUP, carenza di posti letto per acuti, carenza di posti letto in riabilitazione, RSA e RP, carenza di personale, mancati investimenti in tecnologia e incapacità di programmare una efficiente rete territoriale di assistenza sono tutte le criticità che continuano a limitare il diritto alla salute per cittadini e cittadine della nostra comunità. Le interminabili liste di attesa impediscono una vera e propria attività di prevenzione, i continui rinvii all’emergenza COVID 19 e la lenta ripresa delle attività ordinarie continuano a generare confusione ed apprensione nelle cittadine e cittadini.

In provincia dell’Aquila risulta oramai certificata una grave carenza di posti letto per l’assistenza residenziale per anziani ultrasessantacinquenni. Infatti, se prendiamo a riferimento i posti letto accreditati per l’assistenza residenziale e semiresidenziale per gli anziani e i disabili nella Provincia dell’Aquila, ne risultano accreditati solo 60 in struttura residenziale pubblica ed il resto dei posti letto sono accreditati esclusivamente in strutture private. Tutto ciò nonostante un fabbisogno carente nella ASL n° 1 Avezzano Sulmona L’Aquila. Sono altresì carenti per il Setting Dipendenze Patologiche. Tali dati portano all’attenzione delle Istituzioni la necessità di ripensare in termini di investimenti il sistema socio-assistenziale delle aree interne, al fine di  generare maggiore occupazione e migliori servizi ai cittadini, partendo necessariamente da una implementazione dei posti letto in strutture pubbliche. Conseguentemente, l’assistenza territoriale va potenziata; è pertanto necessario attivare le cosiddette Case della Salute e portare al domicilio dell’utenza tutte quelle prestazioni sanitarie che possono essere erogate solo attraverso un ripensamento concreto del servizio sanitario.

Il Sistema Sanitario Pubblico, quello che deve garantire il diritto alla salute, è un sistema in perenne affanno, che lavora costantemente in emergenza e che proprio nel momento in cui si doveva far fronte ad una emergenza sanitaria mondiale, ha palesato tutte le criticità che da sempre queste Organizzazioni Sindacali hanno denunciato, che partono dalla cronica e strutturale carenza di personale di tutti i Profili Professionali (Sanitario, Tecnico ed Amministrativo). Infatti, al 31 dicembre 2019 risulta una carenza di 834 unità lavorative, con  ovvie ripercussioni in termini di erogazione di servizi e prestazioni, sino a giungere ad una disponibilità insufficiente di posti letto. Posti letto che durante l’emergenza sono addirittura diminuiti a causa degli accorpamenti dei reparti. Servizi oggi più che mai necessari per avvicinare la sanità ai reali bisogni delle persone. Si pensi che il personale infermieristico al 31 dicembre 2019 risultano carenti 280 infermieri e secondo i piani assunzionali 2020 della ASL risulteranno comunque carenti un numero complessivo di 178 unità lavorative. Tutto ciò senza che sia stata considerata l’ulteriore necessità di personale per l’emergenza sanitaria COVID 19.

In tutti questi anni, ed ancor di più in quest’ultimo periodo, se il sistema ha tenuto, è solo grazie all’encomiabile spirito di sacrificio ed abnegazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità a cui però non può essere richiesto un sacrificio a tempo indeterminato. E’ giunto il momento di restituire la giusta dignità a tutti gli operatori della Sanità e, conseguentemente, a tutti i cittadini bisognosi di cure ed assistenza.

Non vorremmo che con l’imminente inizio del periodo di ferie estive venga negato questo legittimo diritto alle lavoratrici ed ai lavoratori ovvero, come successo negli ultimi anni, che qualche presidio sanitario venga “chiuso per ferie” riducendo ancor di più l’offerta sanitaria dopo che la stessa è stata sospesa a causa dell’emergenza Covid 19.

Siamo stanchi della politica degli annunci e della retorica, i cittadini e le cittadine hanno necessità di servizi sanitari, soprattutto in questa grave situazione di crisi dove la contrazione delle risorse finanziarie in capo alle famiglie aumenterà le disuguaglianze, escludendo fette intere della popolazione dal diritto alla salute. Siamo pronti alla mobilitazione, non bastano i proclami e gli annunci serve programmazione ed investimenti, servono risorse economiche, serve investire sui lavoratori e le lavoratrici.

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