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Venerdì 14 aprile 2023, alle 14:14 ora estiva italiana, il razzo vettore Ariane 5 ha accesso i suoi motori per dare la prima spinta alla navicella, che, prima di arrivare a Giove, dovrà affrontare un viaggio lungo otto anni, e diverse deviazioni di percorso. Si tratta della sonda JUICE in viaggio verso Giove e le sue lune ghiacciate Europa, Ganimede e Callisto, partita dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese. Prima di entrare in orbita attorno al gigante del sistema solare, la sonda si avvarrà più volte della tecnica della fionda gravitazionale grazie alla quale, durante alcuni passaggi ravvicinati con il nostro pianeta ( agosto 2024, settembre 2026, gennaio 2029) e con il pianeta Venere (agosto 2025), la sonda potrà acquisire sufficiente energia per arrivare fino al sistema gioviano. L’ingresso in orbita attorno a Giove, previsto a luglio 2031, sarà quindi l’inizio vero e proprio della missione dell’Agenzia spaziale europea (ESA) volta allo studio del complesso ambiente gioviano. La sonda non studierà solo l’atmosfera di Giove ma anche delle tre grandi lune Europa, Ganimede e Callisto. Le osservazioni di questi tre satelliti gioviani, svolte da precedenti missioni, hanno mostrato infatti superfici ghiacciate sotto le quali si pensa che si nascondano profondi oceani di acqua salata allo stato liquido. Ed è proprio sulla conferma dell’esistenza di questi oceani e sull’analisi delle loro caratteristiche che la missione si concentrerà oltre allo studio degli anelli di polvere che circondano il pianeta, della miriade di piccoli satelliti che gli orbitano attorno, delle complesse interazioni fra il pianeta e i satelliti stessi la cui superficie è butterata da vulcani attivi che riversano nello spazio una quantità di materiale che interagisce col campo magnetico gioviano.

Un’attenzione particolare è rivolta proprio allo studio degli oceani sotterranei delle lune ghiacciate. L’idea infatti è quella di valutare l’abitabilità di questi ambienti da parte di forme di vita. D’altra parte, si pensa che siano state proprio le sorgenti idrotermali localizzate nelle profondità degli oceani terrestri il luogo di origine della vita sul nostro pianeta. Un processo analogo potrebbe essersi verificato anche su queste lune. Per raggiungere gli obiettivi e i risultati prefissati, la sonda JUICE ha a bordo dieci strumenti, ognuno dei quali accuratamente selezionato per fornire un pezzo del puzzle. Per studiare a fondo l’atmosfera di Giove, gli strumenti di “telerilevamento”, come fotocamere e spettroscopi, osserveranno il pianeta e la superficie delle lune a diverse lunghezze d’onda (ultraviolette, visibili, infrarosse e sub-millimetriche), mentre gli strumenti per le osservazioni in situ, come magnetometri e rivelatori di particelle e polveri, “sonderanno” direttamente l’ambiente in cui si muoverà di volta in volta il veicolo spaziale (campo magnetico, particelle cariche e neutre, polveri). Un esperimento di radio-scienza effettuerà misure di gravità, mentre un altimetro laser misurerà la topologia della superficie e un radar studierà la composizione della sottosuperficie ghiacciata della luna, fino a circa nove chilometri di profondità. Alla realizzazione e alla gestione della missione europea ha dato un importante contributo anche la comunità scientifica, tecnologica e industriale italiana, grazie al finanziamento e sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana. Adesso non resta che aspettare otto anni.

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