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Due ore di autostrada, da Sulmona ad Ostia, per riassaporare un pizzico di libertà dopo circa 24 ore di reclusione. Ma non ha i soldi per tornare a casa. Così il Tribunale gli “paga” il viaggio di ritorno. Si tinge di colore la vicenda balzata alle cronache che vede protagonista il 23 enne romano, S.B., tratto in arresto dalla Guardia di Finanza lo scorso 28 luglio, poiché trovato in possesso di un chilo di droga tra hashish e marijuana, nel corso di un controllo svolto nella frazione di Bagnaturo. Lo stesso, nella sua auto, deteneva la somma contante di duemila euro suddivisa in banconote da 50. Tutte sequestrate al termine della perquisizione personale e veicolare poiché considerate presunto provento dello spaccio. Si sono aperte a quel punto le porte del penitenziario sulmonese fino all’udienza di convalida di ieri quando il giovane è stato sottoposto agli arresti domiciliari, una misura cautelare meno afflittiva in quanto incensurato. La tesi dell’acquisto di gruppo per gli “amici sulmonesi” non solo non ha convinto il giudice ma ha aggravato il quadro indiziario a suo carico poiché, nell’ordinanza del Gip, si fa riferimento alla “mentalità criminale”. L’aneddoto curioso arriva in calce al provvedimento. Il 23 enne è stato infatti autorizzato a spostarsi con mezzi propri presso la propria residenza di Ostia per scontare gli arresti domiciliari. Ma, facendo due conti, era rimasto senza un euro e quindi senza gasolio per affrontare il controesodo. Per questi motivi il giudice, Francesca Pinacchio, ha autorizzato lo “sblocco” della somma di cento euro, per permettere all’indagato di raggiungere il proprio domicilio in stato di arresto. Somma che, ovviamente, il 23 enne dovrà restituire, essendo parte integrante del materiale sequestrato. Arrestato, scarcerato e “trasportato”. Ma il castello accusatorio di certo non cambia.

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