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CASTEL DI SANGRO – Era stanca e provata di quelle continue e reiterate minacce e persecuzioni che le hanno reso la vita un inferno. Uno stalking sistematico e abituale che avrebbe reso particolarmente stressante la vita di coppia fino ad un litigio nel corso del quale sarebbero esplose ingiurie e violenze psicologiche. Per un 62 enne romano, A.C. domiciliato a Castel Di Sangro, e’ scattato l’arresto, eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri della compagnia di Castel Di Sangro. La misura cautelare degli arresti domiciliari, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Marta Sarnelli, con apposita ordinanza, si è resa necessaria a seguito della denuncia della convivente alla locale Caserma dei Carabinieri. La donna avrebbe riferito di essere stata sottoposta a condotte prevaricatrici con un controllo periodico della sua quotidianità. Non ci sarebbe stata violenza fisica, ma i presunti atti persecutori avrebbero generato continui momenti di tensione fino alla lite furibonda. Da qui l’applicazione della misura cautelare dei domiciliari nell’abitazione romana. Ieri il 62 enne, difeso dagli avvocati Alfredo Branchetti e Rosaria Grasso Peroni, è comparso davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Due ore di botta e risposta attraverso il quale l’uomo ha cercato di spiegare di non aver posto in essere alcun atto persecutorio. Solo litigi e incomprensioni per la difesa che ha chiesto la revoca della misura cautelare. Salgono a due gli arresti eseguiti in Alto Sangro, negli ultimi giorni, riferiti ad episodi di presunta violenza sulle donne. Anche un 35 enne napotelano, che avrebbe picchiato la sua ex fino a lasciarla sanguinante in strada, è stato fermato dai Carabinieri lo scorso agosto e tradotto in carcere recentemente dopo ordinanza del giudice. La campagna di sensibilizzazione sta quindi alzando man mano l’asticella della consapevolezza, iniziando quel lento percorso di inversione di approccio culturale verso il fenomeno. Anche l’autorità giudiziaria ha spinto il piede sull’acceleratore per reprimere quelle condotte prevaricatrici che intendono la donna ancora come “diritto di proprietà”

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