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“La scelta politica di dichiarare il dissesto del Comune di Scanno è stata inopportuna e ingiustificata”. Lo afferma in una nota il consigliere comunale di minoranza, Antonio Silla, in riferimento all’ordinanza della Sezione regionale di Controllo per l’Abruzzo nella Camera di consiglio del 04-10-2023, in riferimento ai rendiconti di gestione degli anni 2019, 2020 e 2021 del Comune di Scanno. Per Silla “la volontà politica di portare il Comune al dissesto finanziario non ha dato ai nostri amministratori quella lucidità e quella determinazione per comprendere serenamene il significato dei numeri che si andavano delineando.  Ed il ritardo nell’approvazione del rendiconto di gestione 2019 ha favorito le scelte dell’Amministrazione Mastrogiovanni, che sarebbero state smentite da una corretta gestione dei dati contabili”. Di seguito la nota: “Il Vicesindaco Giuseppe Marone, contestando gli articoli apparsi su alcuni organi di stampa che evidenziavano i rilievi critici della Corte dei conti, si è affrettato a difendere il suo operato parlando dei rilevanti risultati positivi che emergerebbero, invece, dai rendiconti di gestione 2019-2020-2021 a dimostrazione della corretta e sana gestione dell’amministrazione Mastrogiovanni. In particolare, Marone sottolinea come la Corte dei conti abbia accertato che, per tutte e tre le annualità (2019-2020-2021), sia stato garantito l’equilibrio di bilancio di parte corrente e generale in tutte le sue componenti, con il miglioramento crescente del risultato di amministrazione (nel 2019 il Comune aveva un disavanzo di amministrazione di 827.003,74 euro, ma nel 2020 e 2021 è passato rispettivamente a +2.957.287,45 euro e a +3.469.434,53 euro). Nel 2019 risulta, quindi, che sia stato assicurato il pareggio finanziario complessivo per la competenza, comprensivo dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione e del recupero del disavanzo di amministrazione e garantendo un fondo di cassa finale non negativo. Ciò a dire che, al 31 dicembre 2019, nel Comune di Scanno era stato garantito l’equilibrio di bilancio, ma, stranamente, 25 giorni prima (il 6 dicembre 2019) il Consiglio Comunale ha dichiarato l’esistenza di una situazione talmente critica, da portare il Comune in dissesto finanziario! Nel 2019, oltre all’aspetto positivo dell’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per spese correnti pari ad euro 1.021.284,50, riconducibile al FAL accantonato nel rendiconto 2018, la Corte ha evidenziato l’esistenza di un fondo cassa del Comune rilevante, pari ad euro 5.540.529,36. Sulla consistenza del fondo cassa al 31 dicembre 2019, ritengo vada posta l’attenzione, perché l’Amministrazione Mastrogiovanni ha cercato di nascondere la reale consistenza del fondo cassa, vincolando inopportunamente il finanziamento regionale degli 825 mila euro per realizzare una nuova opera pubblica, come riferito dalla Sezione Controllo della Corte dei Conti a maggio 2020, con la deliberazione n. 79, ed anche recentemente nella deliberazione n. 255 nella quale i Giudici contabili riferiscono “L’Ente presenta, alla chiusura degli esercizi, i seguenti fondi di cassa: – anno 2019: euro 5.540.529,36 (vincolato per euro 5.217.202,45 – informazione riportata nel questionario 2019)”. Il questionario sembra sia stato redatto dal Revisore dei Conti del Comune, che avrebbe riportato dati contabili non corretti, se è vero che gli importi vincolati per lavori pubblici dovevano essere pari ad euro 4.180.712,96 (i contributi assegnati dal Ministero dell’Interno), con una parte “libera” di euro 1.359.816,40 alla quale andavano aggiunte le somme depositate presso le Poste per euro 114.475,49. In poche parole, al 31 dicembre 2019, nelle casse comunali vi era una disponibilità di cassa a disposizione di euro 1.474.291,89. Eppure, il 6 dicembre 2019, è stato dichiarato il dissesto finanziario! A ciò si aggiunge che per poter dichiarare il dissesto, l’Amministrazione Mastrogiovanni aveva escogitato l’espediente di incrementare i Fondi o di prevederne alcuni inutili e gravosi.  È la stessa Corte dei conti a riferire che nel 2019, pur non risultando dal BDAP l’esistenza di debiti fuori bilancio e di contenziosi in atto, l’Amministrazione Mastrogiovanni aveva previsto gli accantonamenti, che hanno gonfiato il disavanzo 2019, di euro 200.000,00 per eventuali debiti fuori bilancio e di euro 50.000,00 per eventuali contenziosi, che non trovavano alcuna giustificazione. Un’altra riflessione è d’obbligo: Con una situazione finanziaria notevolmente in miglioramento rispetto al 2019 (basta pensare che il Comune in data 7 settembre 2020, con deliberazione n. 64, cofinanzia con propri fondi di bilancio, circa 50.000,00 euro, un progetto per la partecipazione ad un bando regionale), il Sindaco, dopo l’annullamento da parte del TAR della deliberazione di dichiarazione del dissesto finanziario, con una propria nota dell’aprile 2020, indirizzata al Ministero dell’Interno, alla Procura Regionale e alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti, chiedeva l’applicazione dell’art. 244, primo comma 1, a giustificare la dichiarazione del dissesto finanziario perché, a suo dire, il Comune non era in grado di garantire e di far fronte allo svolgimento dei servizi indispensabili. Perché nel 2019, sebbene deliberato nell’agosto di quell’anno, non è stato predisposto il Piano di Riequilibrio Pluriennale, con la presenza di un fondo cassa a disposizione del Comune di 1.474.291,89 euro? Evidentemente la volontà politica di portare il Comune al dissesto finanziario non ha dato ai nostri amministratori quella lucidità e quella determinazione per comprendere serenamene il significato dei numeri che si andavano delineando.  Ed il ritardo nell’approvazione del rendiconto di gestione 2019 ha favorito le scelte dell’Amministrazione Mastrogiovanni, che sarebbero state smentite da una corretta gestione dei dati contabili.Nonostante i milionari avanzi di amministrazione e fondi cassa consistenti, i pensionati ed i lavoratori dipendenti di Scanno continuano a pagare l’addizionale comunale all’Irpef nella misura massima, con tutte le altre tasse al massimo, fino al 31 dicembre 2026.”

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