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SULMONA – Medici non pagati e pochi farmaci per i detenuti del carcere sulmonese di via Lamaccio, ma la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila non resta indifferente al problema, annunciando interventi mirati. Nella struttura penitenziaria la situazione sanitaria è diventata insostenibile. Da qualche anno a questa parte il servizio sanitario è passato dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria al servizio aziendale di medicina penitenziaria della Asl. Tutti i medici in servizio hanno stipendi arretrati, dal momento che sono state corrisposte solo le prime mensilità del 2016. Per reperire i farmaci, necessari alle cure dei detenuti, bisogna fare i salti mortali. A chiedere un intervento concreto alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila è Fabio Federico, Direttore Sanitario in forza al carcere di via Lamaccio. “La Asl è totalmente assente nonostante le innumerevoli sollecitazioni”- tuona Federico- “io personalmente sono costretto a caricare i farmaci per non far mancare le cure ai detenuti. Ma questa situazione non può andare avanti in eterno”. Federico spiega che attualmente il personale in servizio supera le venti unità, ma a breve il numero dei medici sarà ridotto. Si passerà dalle nove alle quattro unità, per non parlare degli infermieri che sono sotto organico da diverso tempo. “Ci sono detenuti che hanno gravi patologie. L’azienda sanitaria è riuscita a distruggere la medicina penitenziaria di questo carcere”- riprende il Direttore Sanitario che non ci sta a lavorare in queste condizioni. Cerca di calmare le acque Teresa Colizza, Direttore Sanitario Aziendale della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila. “Non ho seguito il caso in prima persona ma so che la Direttrice Ammininistrativa se ne sta occupando, pensando a degli interventi mirati”- afferma Colizza. Un problema, quello della sanità dentro il carcere, che rischia di ingigantirsi nel 2018 quando saranno ultimati i lavori per la costruzione del nuovo padiglione. E’ previsto in effetti un aumento del numero di detenuti da 500 a 700. Gli interventi della Asl, a questo punto, devono fare i conti con il tempo. Non si può più aspettare.

Andrea D’Aurelio

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