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SULMONA – Il buio, il freddo, la stanchezza, la sete. Poi l’allarme e l’attesa dei soccorritori che, alla fine, arrivano. Si conclude bene la vicenda di un gruppo di scout che sabato, mentre era impegnato in un’escursione sul monte Morrone, tra le province di Pescara e L’Aquila, ha avuto difficoltà ed ha finito le scorte d’acqua. Lanciato l’allarme in tarda serata, subito si è attivata la macchina dei soccorsi e le operazioni, rese complicate dal buio, si sono concluse in piena notte, dopo circa tre ore. I 12 escursionisti, sei maggiorenni e sei minorenni, stanno tutti bene. Il gruppo di rover e scolte, tra i 16 e i 21, di Luco dei Marsi, era partito da Badia di Sulmona per percorrere una parte del Sentiero dello Spirito, sulle tracce dell’eremita Pietro Da Morrone, poi divenuto papa Celestino V: si tratta di un percorso di trekking di 73 km, effettuato in almeno quattro tappe, che parte dal capoluogo peligno, supera il Monte Morrone e arriva fino a Serramonacesca . L’escursione sarebbe dovuta durare una decina di ore. Superata la cima del monte, una volta nel versante pescarese, ad un’ora e mezza dalla meta, sono però iniziati i problemi. I Le scorte d’acqua erano finite e una ragazza ha riportato una distorsione ad una caviglia. Attorno alle 22.30, il capo scout, un uomo di 55 anni, ha lanciato l’allarme al 118. La centrale operativa di Pescara ha subito attivato la macchina dei soccorsi. Nell’area sono arrivati due militari del Reparto Carabinieri forestali Parco nazionale della Majella e un gruppo di volontari, tra cui il sindaco di Sant’Eufemia a Maiella , Francesco Crivelli e cinque cittadini, tra cui l’autista dello scuolabus. Il gruppo è stato individuato prima attraverso la posizione gps inviata via smartphone, poi grazie a segnalazioni luminose con le torce. Gli scout sono stati raggiunti a piedi e accompagnati fino al punto di raccolta a Roccacaramanico, frazione di Sant’Eufemia, dove sono state portate scorte d’acqua. L’Agesci Abruzzo sottolinea che “gli scout del gruppo di Luco dei Marsi non si sono smarriti né hanno mai perso il controllo della situazione, e, anzi, si sono comportati rispettando tutte le misure di sicurezza necessarie per la specifica attività che stavano portando avanti”. Alla fine tutto è bene quel che finisce bene. (a.d’.a.)

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