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Scanno - Per gli abitanti dell’alta valle del Sagittario è ormai consuetudine incontrare animali selvatici. Volpi, cervi, e orsi!! Terminata la stagione di Gemma ora sale sul palcoscenico del grande teatro della natura l’orsa e i suoi 4 cuccioli. E sembra già essere ‘adattata’ all’ambiente, scorrazzando qua e là sui prati di Villalago, facendosi un bagno ristoratore nel Lago Pio, salire con l’agilità di una scimmia sul ciliegio per fare la spola e sfamare i suoi cuccioli. Uno spettacolo che sta facendo godere gli appassionati di foto naturalistiche, cameraman attrezzati con teleobiettivi potenti, e protagonisti delle battaglie per salvare l’Appennino. Ci sono le guide ambientali e gli accompagnatori di media montagna abruzzesi, che portano i loro clienti a realizzare senza sforzo delle immagini sorprendenti. Non mancano i curiosi che tornano in auto dal lago, gli uomini del paese appena arrivati dal bar, le famiglie con i loro bambini. A due passi dai costosi teleobiettivi Nikon e Canon, e dai raffinati binocoli Swarowski, c’è chi fotografa o filma con il cellulare, e chi guarda con piccoli binocoli colorati. La festa è aperta e inclusiva.

Chi visita Villalago, in questi giorni, può partecipare a una festa. Al tramonto e all’alba, da un mese, decine o centinaia di persone si radunano sulla strada che collega l’abitato con il Lago di Scanno. Al tramonto, soprattutto nel fine-settimana, ci sono centinaia di persone. All’alba, che in questo periodo arriva intorno alle 5, i numeri sono minori.

L’evento è straordinario perché le femmine della specie che partiroscono ogni due o tre anni, mettono normalmente al mondo uno o due cuccioli. Tre gemelli sono un evento molto raro, forse l’unico, celebrato dagli animalisti e dai Parchi.

Il territorio di Scanno, che grazie al centro storico e al lago è tra le mete più note dell’Abruzzo montano, è dentro ai confini del Parco solo per una piccola parte, tra Passo Godi, l’altopiano del Ferroio (incluso nella Riserva integrale) e i 2253 metri del Monte Marsicano. Il Comune di Villalago, nel cui territorio gli orsi si affacciano ogni anno, è invece fuori dell’area protetta. Fa parte della Zona di Protezione Esterna, nella quale però il Parco, come i tecnici e le guardie dell’Ente, non ha di fatto giurisdizione. Questo porrebbe una riflessione e cioè che il Parco potrebbe essere ampliato.

Intanto il sindaco di Villalago ha provveduto a mettere in atto le dovute ordinanze: chiuse alle auto e ai pedoni alcune strade; proibito avvicinarsi agli orsi a meno di 300 metri di distanza, alimentarli, puntare verso di loro delle luci. I provvedimenti del sindaco Gatta e il buonsenso impediscono comportamenti sbagliati.

Va detto che nell’Appennino centrale la situazione non è ovunque uguale a quella di Villalago. Nel Lazio, la Regione governata da Nicola Zingaretti non ha seguito l’invito del Consiglio di Stato, e ha nuovamente autorizzato la caccia nella Zona di Protezione Esterna del Parco, e cosi, da fine agosto, qualche orso potrebbe essere ferito o ucciso dai fucili.

Il successo anche “turistico” degli orsi potrebbe servire da esempio a chi, sull’Appennino e sulle Alpi, pensa al turismo solo in termini di sforbiciate ai Parchi e di nuovi impianti di risalita, ad alto costo e ad altissimo impatto sull’ambiente, ha spiegato Luciano Sammarone, direttore del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Fotografi ed escursionisti non pagano skipass ma ci sono. Gli orsi, e con loro i cervi e i camosci, attirano visitatori più degli scempi. E non costano nulla, se non qualche euro per risarcire dei danni. La presenza dell’orsa e dei suoi cuccioli deve aiutare la gente di Villalago, e portare euro nelle casse degli esercizi commerciali già provati dal COVID-19. Si chiama ecoturismo, può funzionare anche a Ovindoli e a Leonessa..

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