SULMONA – Sono pronti alla mobilitazione i 30 lavoratori dell’azienda Coselp che rischiano il posto di lavoro per via delle procedure bloccate riguardo l’appalto del servizio di refezione scolastica di Sulmona. Nella giornata di ieri la Cgil, per conto dei lavoratori, ha chiesto un incontro urgente con la struttura politica e amministrativa di Palazzo San Francesco. Se entro mercoledì non si arriverà alla fissazione di una data, dal sindacato non escludono la protesta poichè il digiuno della burocrazia potrebbe non solo compromettere il mantenimento dei livelli occupazionali ma anche pregiudicare un danno in termini di continuità nell’erogazione del servizio. D’altronde, con la prima campanella del nuovo anno scolastico alle porte, dagli uffici comunali non si è ancora presa. Ma c’è di più. Dal Comune avrebbero fatto sapere al legale delle aziende che il contratto è chiuso. Per cui nemmeno una proroga tecnica, nelle more dell’istruzione della gara, sarebbe possibile. Da qui la richiesta del sindacato. “Purtroppo a Sulmona non è la prima volta che accade di non poter partire regolarmente, vuoi per un motivo che per un altro. Come Filcams CGIL riteniamo che certe dinamiche di affidamento di servizi come in questi casi, non si possa ridurre a qualche giorno prima del nuovo anno scolastico, visto che l’anno scolastico 2022/2023 si concluso fine maggio, ci sarebbe stato tutto il tempo di questo mondo per poter espletare la gara e fare l’affidamento della stessa”- interviene Luigi Antonetti- “tutto ciò dovrebbe essere in futuro, utile a capire che le procedure di cambio appalto scolastica (ma anche su altro)non si fanno in un giorno, ma richiede un lasso di tempo di almeno 15 giorni, utili alle dovute e necessarie consultazioni e confronti con le Organizzazioni sindacali Territorialmente competenti, e le società uscenti e subentranti, per visionare la documentazione probante del personale addetto e le relative ed eventuali criticità che si potrebbero configurare per il corretto passaggio ed applicazione dei CCNL di settore, che negli ultimi anni sta diventando quest’ultima una cattiva tendenza in negativo”. Sostanzialmente gli uffici, dopo aver svolto le dovute verifiche sull’anomalia rilevata nella recente seduta di assise civica dalla consigliera comunale, Teresa Nannarone, avevano dichiarato improcedibile la fase selettiva dell’appalto. Per aggiudicarlo ad un unico concorrente, tale circostanza deve essere inserita nel bando come da disposizioni del decreto regio nel 1924, ancora “moderno” e attuale. Si evidenzia che anche nel 2019 fu bandita la gara con la stessa identica condizione e fu assegnata anche in presenza allora di una sola offerta . Lo stesso valeva per almeno altri tre appalti che il Comune ha assegnato, nell’ultimo periodo, con la stessa procedura. Lo scenario che si apre è piuttosto delicato. Va infatti rilevato, nell’ambito della strutturazione del bando, un’anomalia sui prezzi. Non a caso, nonostante alla gara aveva risposto l’unico raggruppamento d’imprese, alla cui guida figura Beniamino Di Ienno, commercialista associato allo studio del consigliere dem, Mimmo Di Benedetto, altre sei aziende avevano preso visione del capitolato, si sono accreditate sulla piattaforma del Comune ed effettuato regolare sopralluogo senza partecipare alla fase selettiva. Il sistema dei prezzi, a prescindere dal decreto regio, non invoglia le imprese, innanzitutto per il costo elevato del personale numericamente necessario e richiesto nel capitolato per espletare il servizio completo ma anche per il costo del portale che rileva le presenze e incassa i ticket, il quale incide, ad esempio, per 50 centesimo ad alunno. Senza contare il requisito dei mezzi elettrici per trasportare i pasti e le attrezzature da mettere a disposizione. Questo vuol dire che rifare il bando e convincere le imprese a partecipare e farsi carico del servizio competerà probabilmente un aggravio di spese per il Comune e soprattutto per le famiglie che vedranno lievitare sensibilmente almeno oltre i sei/sette euro il costo del singolo pasto . Le famiglie intanto restano con il fiato sospeso, preoccupate per la sorte del servizio mentre i lavoratori opzionano la protesta