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Salto di qualità per l’offensiva giudiziaria da parte di cittadini per la violazione della privacy e del diritto alla salute in conseguenza dell’attacco hacker che ha messo fuori uso il sistema informatico della Asl provinciale dell’Aquila: dopo il primo centinaio di diffide legali inviate all’azienda, un gruppo di cittadini ha deciso di presentare querele-denunce contro ignoti alle autorità giudiziarie, tra cui le Procure della Repubblica, per verificare se le istituzioni pubbliche hanno la prova del fatto che i loro dati clinici siano stati violati, in tal senso senza dover consultare siti illegali ed incorrere in conseguenze penali. Una prova che farebbe emergere responsabilità dell’Azienda sanitaria, guidata dal dg, Ferdinando Romano. Questa ulteriore azione legale è scattata dopo che “con la comunicazione pubblica ex art. 34 G.D.P.R. apparsa sul sito istituzionale dell’Azienda, la Asl 1 Avezzano, Sulmona, L’Aquila – spiegano i due legali -, ha fornito una prima, parziale risposta alle legittime istanze degli utenti, ammettendo per la prima volta l’avvenuta violazione e sottrazione dei dati personali ‘riconducibili in particolare agli Assistiti’. Intanto negli uffici e nei distretti i dipendenti sono costretti ad incrociare le braccia in attesa del ripristino del sistema. Una situazione incandescente che probabilmente, al termine dell’emergenza, potrebbe comportare una revisione dei vertici aziendali

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