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PESCARA – Rifare il processo da capo con la revisione del giudicato. Lo ha chiesto alla Procura della Repubblica di Pescara, mediante un esposto depositato nei giorni scorsi, un 69 enne di Popoli, O.C., condannato recentemente in Cassazione alla pena di quattro anni e mezzo di reclusione per immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Tutti reati legati alla maxi inchiesta sul night di Popoli partita nel 2011. L’uomo, che si trova in detenzione domiciliare con uno stato di salute precario, ha deciso di andare a fondo della vicenda e di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Sostanzialmente il 69 enne, assistito dall’avvocato del foro di Sulmona, Mario Tedeschi, ha chiesto alla Procura di acquisire il fascicolo penale che vede imputata un ex dipendente del night per calunnia, al fine di valutare se ricorrono i presupposti per la revisione del giudicato. A fondamento dell’istanza c’è l’elemento scatenante di quella corposa inchiesta da ricercare nella denuncia della donna straniera che dichiarò ai Carabinieri di essere stata vittima di “organizzazione criminale che la vessava, induceva ad esercitare il meretricio e a consegnare i proventi al capo del sodalizio”. Dichiarazioni smentite dalla stessa nel corso del giudizio, messe all’epoca nero su bianco per paura di perdere il permesso di soggiorno. Non a caso l’accusa più grave dell’associazione a delinquere a carico dell’ex gestore night è caduta mentre è ancora pendente il processo che vede imputata la donna per calunnia. Per questo il 69 enne, essendo emerse nuove prove, ha chiesto al Tribunale competente la revisione del giudicato come mezzo di impugnazione straordinaria, ritenendo di aver pagato un prezzo troppo alto in termini di pena e di salute.

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