PESCARA – Cambia il giudice e si allentano le esigenze cautelari per uno dei tre giovani sulmonesi finiti sotto la lente della magistratura per la rapina al corriere della droga. M.B di 35 anni è stato infatti scarcerato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, territorialmente competente, che ha alleggerito la misura cautelare dopo un anno esatto dai fatti contestati. Da circa un mese il giovane è stato trasferito in una comunità dove si trova agli arresti domiciliari. Stessa misura in atto per gli altri due coinvolti nell’inchiesta, L.P. e F.D.I. Il verdetto potrebbe arrivare il prossimo giovedì, 29 giugno, quando i quattro imputati, compreso il corriere di Guidonia, torneranno davanti al giudice, Francesco Marino, per la celebrazione dei riti alternativi. Gli avvocati difensori avevano già anticipato le richieste di un patteggiamento e di due abbreviati. I fatti risalgono al 24 giugno 2022. Stando alla ricostruzione della vicenda tutto sarebbe partito dal pedinamento di una Opel Corsa, condotta da uno dei tre giovani di Sulmona, all’interno della quale viaggiava M.B, destinatario di provvedimento stragiudiziale. All’altezza di Popoli, con un nastro adesivo, i tre avrebbero fermato la vettura per “camuffare” la targa e depistare le tracce. Poi a Bussi, nei pressi dell’edificio scolastico, sarebbe dovuto avvenire lo scambio con il corriere di Guidonia. Nella busta bianca che serviva per pagare il carico di droga non c’erano contanti nè soldi veri ma solo carta straccia. Per cui il corriere sarebbe stato costretto ad accettare lo scambio scellerato. Presa la borsa con 16 kg di hashish, i tre sulmonesi sono stati fermati dalle Fiamme Gialle. La scena da film è cominciata proprio in quel momento, conclusasi con l’arresto rocambolesco poichè l’auto dei finanzieri è stata speronata. “Non scendete. Ci sono le pistole”-urlavano i residenti dal balcone. In realtà si trattava di una pistola scacciacani, anch’essa recuperata assieme ai 20 grammi di hashish e al bilancino trovati successivamente nel corso della perquisizione domiciliare. Secondo gli addetti ai lavori l’operazione di Bussi potrebbe essere collegata con il rintraccio dell’ex latitante.