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Dopo giorni di intensa polemica, opinioni, commenti e insulti, l’unica risposta che attendevamo è arrivata. E così finalmente, la sezione Cai di Sulmona ha dichiarato:

“La sez. CAI di Sulmona, proprietaria dell’immobile, adirà le vie legali contro gli autori del gesto, anche solo per ribadire il concetto che una proprietà a disposizione di tutti non può essere rovinata da chiunque. In passato si sono verificati altri gesti vandalici e sono stati denunciati all’autorità competente, questa volta si conoscono gli autori. Ringraziamo gli escursionisti che hanno segnalato la situazione, dimostrando senso civico e autentica passione per la montagna, i Carabinieri Forestali della Stazione di Pretoro (CH) che sono prontamente intervenuti e il Parco Nazionale della Maiella, nella persona del Direttore f.f. Luciano Di Martino, che ha subito chiesto informazioni alla Sezione. Dopotutto anche il Parco si può considerare parte lesa. Siamo dispiaciuti per il fatto che dopo poche ore dalla notizia del danno su alcune pagine social circolava la fantasiosa notizia che era stata la nostra sezione ad autorizzare gli artisti, nulla di più falso. Cogliamo questa occasione per portare all’attenzione di tutti le condizioni del Bivacco Pelino che non sono proprio accoglienti come hanno giustamente fatto osservare molti escursionisti. Il Bivacco si trova a 2.793 m. di quota su Monte Amaro, la cima più alta della Maiella. Per raggiungerlo ci vogliono almeno quattro ore di cammino, per il percorso più breve. In caso di maltempo costituisce un valido riparo e in passato ha salvato più di una vita. Ma come tutte le strutture di montagna ha bisogno di una regolare manutenzione che purtroppo la Sezione CAI di Sulmona non può sostenere, l’ultimo intervento è stato effettuato nel 2010, quasi totalmente a carico della Sezione le cui entrate sono solo le quote dei soci. Speriamo che questa vicenda abbia il lato positivo di sensibilizzare qualche amministrazione pubblica della necessità di tenere in efficienza questa struttura.”

Certo fa effetto leggere tanta polemica nei confronti di un’associazione che di colpe ne ha ben poche. Vero è invece che è sempre più diffusa la ‘moda’ di piantare croci su ogni cima. Sarebbe interessante sapere se…anche in questo caso…si chiedano le dovute autorizzazioni!!!

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