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Bussi potrebbe lasciarsi alle spalle il passato di ‘discariche, veleni, processi, condanne…’ La prospettiva di rinascita con ‘sostenibilità ambientale’, un futuro “green” dello stabilimento Montedison attraverso le potenzialità legate all’idrogeno verde, sia come carburante, sia come materia prima. Un approccio che potrebbe fare della zona, una Hydrogen Valley. Di questo si è discusso durante l’incontro promosso da UnivAq con la partecipazione del Commissario straordinario del Governo per la ricostruzione del sisma 2016. “A Bussi abbiamo mantenuto il centro di ricerca e sviluppo di tutti i progetti applicativi dell’idrogeno verde, l’unico vettore energetico sostenibile al 100 per cento che può davvero contribuire alla transizione energetica” ha dichiarato il presidente Domenico Greco. Lo stabilimento di Bussi è un produttore elettrolitico della salamoia da cui vengono fuori cloro, soda e idrogeno. I suoi processi produttivi sono alimentati da centrali idroelettriche, il che l’idrogeno verde. La società ha deciso di recuperare le produzioni di idrogeno che non vengono utilizzate, per reimpiegarle per lo sviluppo di 3 applicazioni. La prima è “HydroRec” che prevede la realizzazione di una nuova infrastruttura per la captazione, compressione e imbombolamento dell’idrogeno. Con parte dell’idrogeno recuperato con HydroRec si punta, attraverso il progetto Life3H, ad alimentare le prime 3 stazioni di rifornimento a idrogeno per autobus nella fascia tirreno-adriatica. Il terzo progetto è Hybrids con sviluppo di una pipeline per lo stoccaggio e l’immissione nella rete di Società Gasdotti Italia (Sgi) della restante parte dell’idrogeno verde.

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