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COCULLO – Una “Carta di Intenti”, da sottoporre all’attenzione delle istituzioni governative nazionali e regionali e un convegno con i piccoli comuni di Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche e Molise per avviare un confronto tra amministratori, associazioni e realtà locali. Cocullo cerca l’ultima spinta per la candidatura Unesco con l’iter che è arrivato alle battute finali. Il convegno che aprirà l’edizione 2018 vedrà la partecipazione dell’Anci Piccoli Comuni ma è il sindaco Sandro Chiocchio a chiamare a raccolta gli altri amministratori del territorio per la fase finale di un percorso che va avanti da tempo. “La festa, nota in tutto il mondo, è sostenuta da associazioni culturali, imprenditori, istituzioni e cittadini che ne hanno appoggiato, con atti concreti, l’aspirazione al riconoscimento Unesco”- scrive Chiocchio ai sindaci- “ tra le istituzioni sostenitrici, c’è una Associazione Temporanea di Scopo, che raccoglie 13 Comuni tutti legati dalla comune devozione a San Domenico Abate. Ad eccezione di Sora, dove però ha sede la tomba del santo, il resto sono piccoli comuni, tutti caratterizzati dallo spopolamento, che mette in dubbio sia la permanenza delle comunità locali e sia, come conseguenza, delle tradizioni culturali secolari che sono una ricchezza del patrimonio nazionale. Tutto questo è reso ancor più grave dagli eventi sismici recenti (L’Aquila, Amatrice, Norcia) che ora concretamente mettono in pericolo la sopravvivenza di decine di piccoli comuni, tutti drammaticamente alle prese con la desertificazione forzata e con la ricostruzione con tutta la sua lentezza. In questo quadro”- conclude- “la candidatura della tradizione di Cocullo a patrimonio dell’Unesco si pone come atto teso a dare visibilità a questa problematica, in modo da richiedere interventi concreti tesi alla salvaguardia del grande patrimonio culturale che caratterizza tutti i borghi dell’Appennino centrale”.

Andrea D’Aurelio

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