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SULMONA – “Un cantiere programmatico attraverso cui definire le linee di una nuova stagione nella politica dei rifiuti per il nostro territorio e i contorni di nuova dirigenza che sia all’altezza delle attese delle cittadine e dei cittadini contribuenti”. La proposta arriva dal gruppo consiliare di Sbic che rilancia il concetto di Cogesa come bene comune. “Come gruppo politico ispirato ai beni comuni, SBIC ha da sempre consacrato un’attenzione particolare al tema della gestione dei rifiuti, riconoscendo in esso uno snodo fondamentale della conversione ecologica e sociale dei territori, di fronte alle enormi sfide ambientali del nostro presente. Crediamo che la crisi gravissima che il COGESA attraversa possa essere anche un’occasione di riforma della politica dei rifiuti che il territorio ha conosciuto fino ad oggi”- sostiene Sbic. “Vogliamo prima di tutto sottolineare l’importante passaggio che il Comune di Sulmona, di concerto con molte altre amministrazioni del territorio, è riuscito ad ottenere in sede di assemblea dei soci del COGESA: l’uscita dalla gravissima situazione d’impasse creata dalla precedente gestione dell’ente, attraverso la scelta dell’amministratore unico dott. Franco Gerardini. I cittadini del territorio cominciano già a misurare, con l’arrivo dei primi disservizi, gli effetti nefasti di una cattiva gestione dell’ente sovracomunale. Sulmona Bene in Comune ritiene che tali situazioni non debbano ripetersi nel futuro e che la gestione degli enti sovracomunali debba essere improntata alla massima responsabilità, competenza e trasparenza. In questo spirito di riforma, chiamiamo gli attori territoriali ad aprire un cantiere programmatico attraverso cui definire le linee di una nuova stagione nella politica dei rifiuti per il nostro territorio e i contorni di nuova dirigenza che sia all’altezza delle attese delle cittadine e dei cittadini contribuenti.
L’orizzonte che tracciamo per questa nuova fase è quello della strategia rifiuti zero, per la quale SBIC propone da tempo il modello del comune toscano di Capannori. In questa prospettiva di riforma della politica territoriale dei rifiuti vediamo la riaffermazione del COGESA come bene comune per il nostro territorio: un ente pubblico, in cui i cittadini possano continuare a esercitare il controllo democratico; un ente che tuteli, nello stesso tempo, il lavoro e la salute dei cittadini che vivono nelle zone limitrofe agli impianti e che negli anni si sono mobilitati per rivendicare il diritto sacrosanto a vivere in una città salubre; un ente che non può prestarsi a diventare la copertura delle inefficienze nella gestione dei rifiuti di altri territori, la discarica dell’indifferenziato altrui”- rileva il gruppo di Sbic secondo il quale Cogesa “può invece rappresentare un prezioso strumento di organizzazione di una comunità territoriale che punti alla riduzione massima della produzione di rifiuti. Rinnoviamo allora il nostro impegno nella direzione di un COGESA bene comune, luogo di organizzazione democratica della gestione dei rifiuti, libero da dinamiche opache e orientato alla conversione ecologica, economica e sociale del nostro territorio”

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