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SULMONA – Mancata approvazione nel termine del bilancio al 31 dicembre 2019, mancato rinnovo dell’organo amministrativo di durata triennale, funzionamento e organizzazione dell’organo amministrativo, audizione del Presidente del Collegio dei Revisori, Luciano Atletico. Verterà su questi punti il Consiglio comunale straordinario chiesto dai consiglieri comunali Elisabetta Bianchi, Mauro Tirabassi, Maurizio Balassone e Francesco Perrotta, a proposito della situazione in atto al Cogesa, senza bilancio e con il passaggio al consiglio d’amministrazione che sta scaldando gli animi. La seduta del consiglio straordinario sarà fissata domani nel corso della conferenza dei capigruppo convocata alle 13,30. “In vista della convocazione da parte del Sindaco di Sulmona Annamaria Casini quale presidente del comitato strategico e di controllo della partecipata Cogesa spa avente ad oggetto funzionamento ed organizzazione dell’organo amministrativo di Cogesa spa, su istanza dei consiglieri comunali Bianchi, Balassone, Tirabassi e Perrotta sarà -fissata in data utile individuata dalla conferenza dei capigruppo- seduta di consiglio comunale per fornire gli indirizzi al Sindaco ai sensi dell’art.42 Tuel sull’argomento, previa audizione del Dott. Luciano Atletico Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti sulla mancata approvazione del bilancio di esercizio per l’anno 2019 della partecipata pubblica Cogesa Spa”- fanno sapere dalla minoranza. L’operazione verità sulla società pubblica è stata chiesta anche dal circolo Pd Sulmona che scrive: “non avremmo nulla da condividere con metodologie di gestione di una società pubblica chiaramente volta a coltivare sistemi di potere clientelare di volta in volta usato per acquisire vantaggi di gruppi o persone ben determinate. Chiediamo che si faccia chiarezza sulla gestione di questi anni chiedendo conto all’amministratore unico delle sue responsabilità. Posto che stiamo parlando, allo stato dell’arte, di un plurindagato che con un rigurgito di dignità dovrebbe dichiarare il fallimento della sua gestione e dimettersi, invece di farsi usare per promettere concorsi ad orologeria. Secondo un costume che si è andato affermando in questi ultimi anni di amministratori della Cosa Pubblica che, invece di agire in piena autonomia, sono lì ad assecondare le volontà dei vari burattinai di turno”.

Andrea D’Aurelio

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