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SULMONA – Era di venerdì quel 17 ottobre 2014 quando scattarono i sigilli su una parte dell’edificio scolastico De Nino-Morandi di Sulmona per presunti lavori sbagliati post sisma. Dopo sei anni è praticamente tutto fermo o, meglio ancora, tutto da rifare. Tanto ci è voluto per addivenire alla scorporo in due lotti del progetto, dopo il ricalcolo delle economie a disposizione della Provincia dell’Aquila per l’esecuzione dei lavori sulla storica scuola. Il progetto esecutivo per il lotto non sottoposto a sequestro arriverà entro novembre, si è detto, ma anche questo è un annuncio, l’ennesimo feedback, arrivato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche, soggetto attuatore per gli interventi sulla storica sede. Sei anni senza bandire gara d’appalto e avviare i lavori. Una situazione surreale e paradossale che la Provincia sta cercando di sbloccare con il consigliere Andrea Ramunno che recentemente si è recato nella sede del Provveditorato per verificare lo stato dell’arte del progetto. Si spera quindi che questa sia davvero la volta buona per imboccare la via di casa dopo la delocalizzazione a Pratola Peligna che, per carità, rispecchia tutti i parametri della sicurezza e dei rapporti spazio-unità, ma l’istituzione storica va tutelata. Intanto a fine mese riprenderà il processo pendente davanti al Tribunale dell’Aquila, per falso e truffa ai danni dello stato, scaturito dall’inchiesta dei magistrati aquilani sui presunti lavori sbagliati post sisma. In sette dovranno presentati davanti al giudice. Tra lavori e processo tutto resta più o meno in stand by o comunque in corso d’opera. Nel frattempo si è aperta la riflessione sulla tenuta dei corsi storici, come quello dei geometri, che ha visto solo sei iscritti alla classe prima associati a meccanica. Serve un cambio di approccio per trovare soluzioni rapide e definitive, mettendo da parte risentimenti e battaglie personali, al fine di restituire una vita e una continuità a quelle aule storiche di via D’Andrea che hanno fatto crescere intere generazioni di professionisti.

Andrea D’Aurelio

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