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SULMONA – Tra le opere finite sotto inchiesta figurano la torre medicea di Santo Stefano di Sessanio, appena ricostruita, il teatro comunale dell’Aquila, l’Abbazia di Sulmona. Mentre, nell’elenco degli edifici, spicca anche la Chiesa di San Domenico, chiusa in città dal maledetto 6 aprile 2009. Sono stati rinviati a giudizio ieri dal Gup del Tribunale dell’Aquila, Stefano Iannaccone, 21 dei 22 imputati nella maxi inchiesta su presunto giro di mazzette e numerose irregolarità negli appalti di ricostruzione post-sisma 2009 di chiese nell’Aquilano e a Sulmona, che coinvolge con accuse che vanno dal falso, alla turbativa d’asta fino alla corruzione, imprenditori, professionisti e funzionari di beni culturali abruzzesi e Soprintendenza. Tra gli imputati c’è anche un pratolano che all’epoca dei fatti fu raggiunto da misura cautelare. L’inchiesta è scattata nel luglio del 2017 ed ha portato anche a misure cautelari ai domiciliari per alcuni indagati e, nel corso dei mesi, le indagini si sono allargate così come il lotto degli appalti finiti nel mirino della magistratura e che ha comportato l’aggravarsi delle posizioni di alcune delle persone coinvolte. Inizialmente erano coinvolte 35 persone di cui 26 finite sotto inchiesta e 10 raggiunte da provvedimenti restrittivi. Dopo l’attenta valutazione delle singole posizioni a processano vanno 21 persone. (a.d’.a.)

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