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SULMONA – “L’efficacia non si perde ma aumenta perchè non c’è un interruttore che si accende o si spegne”. A placare la psicosi dell’efficacia del vaccino è il Direttore del Dipartimento di Prevenzione Asl, Domenico Pompei, all’indomani del rinvio di circa 150 seconde dosi di Moderna tra Sulmona e Pratola per i problemi legati alle forniture e alle scarse scorte in dotazione.  La circolazione del Ministero ha allungato il margine temporale di inoculazione del richiamo, ovvero dai 28 ai 42 giorni. Ma se la data dell’inoculazione sarà quella del 19 maggio, c’è il rischio di sforare i tempi. Un calcolo aritmetico che ha sollevato dubbi e perplessità, scatenando anche una serie di reazioni miste alla rabbia per il disagio delle seconde dosi annullate. Pompei getta acqua sul fuoco. “Non si hanno dati su come reagiscono gli anticorpi. Certo è che la risposta potrebbe essere addirittura più efficace. Ci sono vaccini che prevedono richiami in sei mesi. Siamo perfettamente nei tempi, considerando che il 17 arriverà un nuovo carico. Spostare il richiamo di qualche giorno non comporta alcun tipo di problema”- interviene il numero uno della prevenzione ricordando che il disservizio è stato dovuto all’eccessivo ricorso al vaccino Moderna per sostituire nelle scorse settimane il Pfizer, viste le forniture a singhiozzo di quest’ultimo. Pompei ricorda la disposizione interna diramata e formalizzata in questi giorni contro lo spreco del vaccino, dopo il caso delle 30 dosi di AstraZeneca buttate lunedì scorso nel centro vaccinale di Sulmona. “Aggireremo l’ostacolo fornendo flaconi multidose per la conservazione in frigorifero”- chiarisce il Direttore per annunciare infine un’altra disposizione, fresca di stesura, riguardo il processo dei tamponi. Da oggi 15 maggio i test molecolari della Valle Peligna e dell’Alto Sangro saranno processati nel laboratorio dell’ospedale di Avezzano che è stato dotato di apposito macchinario. Questo per snellire il lavoro all’Istituto Zooprofilattico di Teramo che proseguirà il sequenziamento dei tamponi per individuare le varianti del virus. E’ notizia di questi giorni dei 5 casi di variante brasiliana in Centro Abruzzo, scoperti nell’arco delle ultime settimane. Per Pompei non è un dato inaspettato visto lo scambio di persone tra Valle Peligna e Marsica. L’importante è circoscrivere i focolai e isolarli in tempo. Operazione che è stata svolta, finora, nel migliore dei modi.

Andrea D’Aurelio

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