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SULMONA – Non fu investito ma voleva solo attirare le attenzioni del padre. Il colpo di scena è arrivato questa mattina nell’aula del piano terra del Palazzo di Giustizia riguardo il procedimento che vede imputato un 57 enne, residente sul comprensorio, per aver investito con l’auto il figlio, all’epoca dei fatti minore, cagionandogli un trauma contusivo giudicato guaribile in venti giorni, senza prestare il necessario soccorso dopo l’incidente. Era il 25 maggio del 2017. L’imputato, P.D.C, era a bordo dell’auto mentre il figlio minore in sella alla bici. Quest’ultimo sarebbe stato costretto a spostarsi a bordo della carreggiata, fino a cadere rovinosamente, procurandosi quelle ferite. Una ricostruzione dei fatti che ha generato un capo d’imputazione abbastanza pesante, oggi completamente smontato e ribaltato vista la testimonianza resa dal figlio, divenuto maggiorenne che, dopo anni di tensioni in famiglia, ha deciso di vivere con il padre. Sostanzialmente il giovanissimo, davanti al giudice Francesca Pinacchio, ha spiegato di non aver subito alcun investimento all’epoca dei fatti ma di aver fatto balzare il caso agli occhi della magistratura pur di guadagnarsi l’attenzione e la presa in considerazione da parte del padre, negli ultimi anni finito più volte sotto processo per abusi, il più delle volte scagionato. L’imputato, difeso in giudizio dagli avvocati Catia Puglielli e Alessandro Margiotta, è stato assolto per l’insussistenza del fatto. “Siamo soddisfatti per aver fatto emergere la verità e per i rapporti che si sono ristabiliti tra un padre che ha pagato tanto e un figlio che ha scelto nel pieno delle sue facoltà di vivere con il nostro assistito”- commentano dalla difesa. Al 57 enne nel 2019 fu tolta la patria potestà. La ritrovata intesa tra i due cambia di fatto lo scenario di questo e verosimilmente di altri procedimenti in essere .

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