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SULMONA – Quattro sindaci, quattro Presidenti della provincia, dieci anni dopo il terremoto e quattro scuole chiuse. Il motivo della protesta è tutto scritto in quei cartelli che questa mattina, nel centralissimo corso Ovidio, hanno portato in giro gli uomini e le donne sandwich. C’era l’ex preside del Liceo Classico Giuseppe Evangelista, l’ex docente Alessandro Colangelo e la figlia di Luciana Masciangioli, Rossella Del Monte. Il tutto per non abbassare l’attenzione sul tema dell’edilizia scolastica con il liceo di piazza XX Settembre chiuso da dieci anni. Solo adesso si è scoperto che servono altri 750 mila euro per modificare il progetto esecutivo e portare l’indice di vulnerabilità da 0,48 a 0,65. Nei giorni scorsi il progettista Vincenzo Zavarella aveva sollecitato Provincia e Comune sull’incremento dei fondi. Poi, nelle ultime ore, è stato diffidato da Palazzo San Francesco a provvedere all’elaborazione del progetto, pena la risoluzione del contratto. C’è poi la vicenda del De Nino-Morandi, chiuso da cinque anni, che sta prendendo la via di casa con l’ex convento di S. Antonio. Ma nell’ultimo summit in Provincia è stato deciso di ripetere il calcolo dell’indice di vulnerabilità. Dal 2016 ha chiuso le porte anche la scuola primaria Masciangioli. Per l’apertura dei lavori si deve chiudere la trattativa fra ditta e comune dopo le riserve poste dall’impresa. E da due anni è stata chiusa anche la scuola primaria Lombardo-Radice che sarà abbattuta e ricostruita ex novo. “ Ci chiediamo come mai non solo a Sulmona ma in tutta la provincia aquilana tra tutti gli edifici danneggiati proprio le scuole siano le ultime ad essere riattivate, quando lo sono, e nel nostro caso addirittura è ancora tutto fermo”- hanno spiegato i manifestanti che, sul tema, vogliono tenere alta l’attenzione.

Andrea D’Aurelio

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