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SULMONA – E’ rientrata a casa senza alcuna bonifica nè messa in sicurezza. In più nessuno le avrebbe rilasciato il certificato di conformità dopo la sostituzione dalla caldaia. L’inquilina delle palazzine Ater, contagiata e guarita da legionella, presenta un’istanza di accesso agli atti per venire in possesso delle risultanze dei prelievi svolti dalla Asl, che hanno accertato la presenza del bacillo della legionella nel “telefono” della doccia della sua abitazione. “Conosciamo le buone pratiche e le raccomandazioni ma non sono certo io a dover eseguire uno shock termico”- afferma la donna che ha dato mandato al suo legale di chiedere copia dei prelievi e di scrivere all’Ater per sollecitare la messa in sicurezza dell’appartamento e il rilascio dell’attestazione della conformità riguardo il cambio della caldaia, avvenuto anche nell’alloggio di Luciana Pantaleo, la 64 enne che non è riuscita a sopravvivere agli strascichi del Covid e alla legionella. Per i prelievi svolti nell’abitazione della compianta parrucchiera è necessario attendere almeno altre due settimane, spiegano gli addetti ai lavori, che hanno ragione di credere che le risultanze saranno pressocchè identiche con il primo referto. Tuttavia, per completare le verifiche del caso e accertare eventuali anomalie, l’acquisizione della seconda tranche si rende necessaria. Intanto la Asl ha disposto la bonifica degli alloggi con la lettera di raccomandazioni notificata agli amministratori di condominio. Tra le buone pratiche da adottare si sollecita lo shock termico a sessanta gradi e la pulizia dei terminali, operazione quest’ultima più alla portata dell’utenza.

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