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SULMONA –  L’amicizia è più forte di ogni altra cosa. Di ogni barriera e di ogni divieto. E’ questo il messaggio che arriva dal gruppo del 1969 che ieri si è radunato sotto casa di Paola, la “regina” della comitiva, da una decina di giorni “reclusa” in casa perché positiva al Covid-19. Un microfono, una cassa bluethoot, una bottiglia di spumante come buon auspicio per una veloce negativizzazione e tanto entusiasmo per colmare il vuoto della solitudine e dell’isolamento. Contro le conseguenze emotive del contagio la migliore terapia è proprio quella della prossimità e dell’attenzione. Da “Ti Amo” alla “Carezza in pugno”, i “giovanotti” del ’69 hanno rispolverato il repertorio della musica italiana, senza recare disturbo al quartiere, strappando un sorriso alla positiva proprio la sera prima del tampone. Una bella manifestazione d’amicizia e di vicinanza, rara da vivere e da raccontare dopo un anno di emergenza pandemica che ha incrementato le distanze tra le persone, scatenando  la caccia all’untore e rendendo tutti  un po’ più diffidenti  e schivi. Questa è un’altra storia come conferma Paola che non si nasconde, si affaccia dal balcone e sorride agli amici. “Mi hanno fatto sentire normale”- ha commentato. E detto da una positività è tutto un dire. Perché con il Covid servono distanze, mascherine ma anche tanta umanità.

Andrea D’Aurelio

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