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SULMONA – Per quella brutale aggressione rimediò oltre quaranta giorni di prognosi e dovette subire anche un intervento chirurgico. Ma quando fu sentito a sommarie informazioni dalla Polizia cambiò la versione dei fatti, coprendo di fatto il suo aggressore, che era finito in carcere per averlo massacrato di botte, dopo aver violato la misura della sorveglianza speciale. Protagonista della vicenda è un 43 enne di Sulmona, D.F., che ieri è dovuto comparire davanti al giudice monocratico, Concetta Buccini, per la prima udienza del processo che lo vede imputato per il reato di favoreggiamento, per aver rilasciato cioè agli organi inquirenti una versione dei fatti completamente diversa da quella realmente accaduta, aiutando di fatto M.L.D, pregiudicato sulmonese, a eludere le investigazioni della polizia giudiziaria. La prossima udienza si svolgerà il 3 novembre quando sfileranno davanti al giudice Billi due testimoni, ovvero gli uffici della polizia giudiziaria che hanno curato le indagini dopo l’attività investigativa svolta dalla Polizia. I fatti risalgono al 29 maggio 2018. L’imputato fu malmenato violentemente dal 35 enne già noto alle forze dell’ordine. Per la vittima, che rimediò quaranta giorni di prognosi, si rese necessario il trasferimento all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dove subì un delicato intervento chirurgico presso il reparto maxillo-facciale. Un episodio che sarebbe legato ad alcuni debiti e vicende pregresse tra i due giovani. Fatto sta che da vittima il 43 enne è diventato imputato per favoreggiamento. Al suo legale il compito di smontare il castello accusatorio.

Andrea D’Aurelio

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