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SULMONA – Non sono emersi elementi tali da giustificare l’imperizia del personale sanitario. E’ arrivata a queste conclusioni la Procura della Repubblica di Sulmona che ha chiesto l’archiviazione per i sette medici indagati per la morte di Teodora Vaccaro, la 79 enne di Corfinio deceduta a febbraio 2020 nell’ospedale di Sulmona, per circostanze che i familiari ritengono sospette e ancora da chiarire. La richiesta inoltrata dal Sostituto Procuratore, Stefano Iafolla, è finita ieri davanti al giudice per  le indagini preliminari, Marta Sarnelli, dopo l’opposizione presentata dall’avvocato, Alberto Paolini, che assiste i familiari della vittima. L’anziana si era sottoposta a un delicato intervento chirurgico, l’asportazione del pancreas, riuscito pure alla perfezione fino alle complicanze che cominciarono a dicembre 2019, dopo le dimissioni dal nosocomio e il rientro a casa. Era la sera di capdonna quando la 79 enne rigurgitava liquido biliare di colore verde con tanto di febbre annessa. Dopo il ritorno in ospedale per gli accertamenti, il giorno 3 gennaio,  venne ricoverata nel reparto di chirurgia per tutti gli esami del caso, dopo essere rimasta in pronto soccorso per sei ore. Il 13 gennaio l’anziana fu dimessa, nonostante la contrarietà del figlio che aveva chiesto esami più approfonditi in ospedale. Le condizioni di salute peggiorarono tant’è che la 79 enne, dopo la visita della guardia medica di Pratola Peligna il 18 gennaio, venne ricoverata prima nel reparto di ortopedia e poi a medicina dove fu riscontrata una piaga da decubito sacrale, con conseguente infezione. Il quadro clinico peggiorò fino al trasferimento in rianimazione. Il 30 gennaio la 79 enne entrò in coma dopo un’emorragia cerebrale provocata, molto probabilmente, da una setticemia. Il 4 febbraio il suo cuore cessò di battere. Per i familiari il decesso sarebbe dovuto all’imperizia nonchè alla negligenza dei vari medici coinvolti che dal canto loro si sono difesi, sostendendo che la donna aveva bisogno di un’assistenza in una struttura ad hoc dopo l’operazione e che l’infezione potrebbe essere dovuta alla degenza della donna nella sua abitazione di Corfinio. La perizia del medico legale incaricato dalla Procura non ha evidenziato responsabilità da parte dei sette indagati, medici e sanitari dei vari reparti dove la donna è stata presa in carico durante l’altalenante degenza in ospedale. Da qui la richiesta di archiviazione della Procura che non ha convinto i familiari dell’anziana secondo i quali, in base alla relazione del perito di parte, si configurerebbe un’imperizia da parte di almeno un paio di medici. Al giudice spetta, evidentemente, l’ultima parola.

Andrea D’Aurelio

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